Il caos in Nazionale delle ultime settimane ha registrato vive polemiche che coinvolgono soprattutto Roberto Mancini, ex ct dell’Italia.
Le dimissioni del commissario tecnico sono state un colpo improvviso anche per la federazione, che ha dovuto lavorare in fretta per il sostituto, dividendo i tifosi sulle responsabilità di un movimento mai convinto nelle sue riforme.
La scossa per la Nazionale italiana è stata forte, trovarsi senza commissario tecnico a ferragosto è un inedito di cui tutti farebbero a meno. E non si placano le polemiche dopo le dimissioni di Roberto Mancini, in netto contrasto con il pensiero del governo calcistico e arrivato ormai scarico al ruolo, lasciato prima di due impegni importanti per la qualificazione agli Europei.
Toccherà a Luciano Spalletti ridare motivazioni al gruppo azzurro, il mister che ha vinto lo scudetto riparte dopo qualche mese in panchina. Nel frattempo, c’è il dietro le quinte che ribolle con un fuoco incrociato a fare discutere i tifosi.
Mancini attaccato, cos’è successo
Le dichiarazioni dell’ex CT non sono piaciute, in ambito della federazione soprattutto. Quest’ultima si è sentita presa in mezzo, quasi come se Mancini avesse voluto scaricare tutte le colpe ai vertici per una gestione del calcio italiano non meravigliosa. Così, la replica non è tardata ad arrivare, in particolare è il presidente della Figc Gabriele Gravina, che replica a Mancini. Di certo, non è stato tenero nel giudizio complessivo, rimanendo anche spiazzato dalle precedenti parole del Mancio.
Gravina ha sottolineato come non ha mai suggerito né formazioni e né calciatori da convocare a Mancini, facendolo lavorare nella massima libertà. Un punto di vista tra i due che va valutato, la replica del presidente federale è secca: “Quelle di Roberto Mancini sono state dichiarazioni sconfortanti, inappropriate e offensive nei miei confronti. Non rinnego il rapporto di amicizia avuto con l’ex CT, che ha sempre dimostrato stile e spero riveda la sua posizione”.
Il presidente federale ha messo in evidenza come la fiducia da parte sua non sia mancata, prova ne sia la conferma dopo la mancata qualificazione ai Mondiali, nonché il ruolo dato da coordinatore delle giovanili un mese prima delle dimissioni di Mancini. Di certo, non è un bel clima quello che si respira intorno alla Nazionale, svalutata nonostante una vittoria degli Europei e diventata terreno fertile per le polemiche. A cambiare dovrà essere tutto il calcio italiano, un’utopia su cui i tifosi hanno perso ormai le speranze.