Inter, tra credibilità ed incastri: cosa succede in difesa. Altro che “bolla Saudita”! L’assalto a Salah e gli obiettivi che verranno. Caso Lukaku: tra epic fail e… delitto perfetto

Le premesse doverose dell'appuntamento della passata settimana si ripresentano con puntualità disarmante anche in questo. Avevamo aperto le riflessioni collegando la credibilità del progetto economico della proprietà dell'Inter alla chiusura dell'affare Pavard, e rimaniamo convinti che i vice Campioni d'Europa abbiano necessità assoluta di spegnere i fuochi della polemica che stanno serpeggiando nell'ambiente attraverso l'acquisizione dell'indubitabile “piano A” per il reparto arretrato. Specie dopo quanto accaduto negli altri, con tutti i casi mediatici che ne sono conseguiti.

Realisticamente, come abbiamo avuto maniera di approfondire, la dirigenza dell'Inter aspetterà le manovre del Bayern Monaco fino a dopo il weekend: se a quel punto non fosse arrivato il via libera di Tuchel per una delle soluzioni proposte dalla dirigenza dei bavaresi per supplire alla partenza del francese, ecco che anche a Marotta ed Ausilio non resterebbe che rivolgersi verso altri profili.

Di uguale peso specifico? Difficile, se non impossibile, tale sarebbe la naturale adattabilità di Pavard al ruolo di braccetto di destra nella difesa di Simone Inzaghi. Un nome che piace, come noto, è quello di Schuurs del Torino: i pro sono l'efficacia difensiva unita alla qualità di palleggio ed in fase di costruzione affinate nel periodo trascorso all'Ajax. I contro sarebbero invece rappresentati dal costo chiaramente elevato e dall'avere a che fare con un osso durissimo in sede di trattativa come Urbano Cairo che, probabilmente non per caso, sta predisponendo il sorpasso all'Atalanta per Hien. Un intreccio non di poco conto.

Si contano i soldi in serie A, mirando al risparmio ed alle soluzioni che implicherebbero dei “pagherò” piuttosto che quelle a titolo definitivo. Eloquente il caso della Roma con Azmoun, che avremo modo di riprendere più avanti. Una situazione, ad ogni modo, diametralmente opposta a quella che solo erroneamente può essere definita come “bolla saudita”. Il progetto che si sta costruendo da quelle parti ha prospettive decisamente più durature ed ambiziose, a differenza di quanto per esempio accadde con la Cina qualche anno fa.

Abbiamo seguito passo dopo passo il trasferimento di Neymar all'Al Hilal e stiamo facendo altrettanto con le evoluzioni clamorose dell'assalto dell'Al Ittihad a Mo Salah che abbiamo scoperto a cavallo di ferragosto in esclusiva: un colpo che qualora andasse in porto, cambierebbe radicalmente la percezione del fenomeno saudita anche alle nostre latitudini. Da quanto abbiamo raccolto, infatti, l'egiziano sarebbe aperto alla prospettiva di trasferimento ma solo a patto di non arrivare ad un punto di rottura con il Liverpool. L'offerta che fonti attendibili ci garantiscano possa essere “irrinunciabile” è pronta ad essere sventagliata e potrebbe anche modificare l'attuale irremovibilità dei Reds.

Comunque vada a finire, il progetto è chiaro: si costruisce per durare nel tempo con l'ambizione di trasformare quel campionato nella lega calcistica più importante che ci sia. L'obiettivo a lungo termine è quello di distribuire all'interno della competizione almeno 150 tra i giocatori più importanti del globo, per poi procedere con lo sviluppo anche dal punto di vista degli stadi, delle infrastrutture e dell'implementazione dei professionisti presenti all'interno della competizione. Il tutto sapientemente innaffiato da un diluvio di milioni in grado di vincere se non addirittura annullare ogni sorta di scetticismo o ambizione differente. Per quanto discutibile, l'esito della telenovela Gabri Veiga parla in maniera sufficientemente eloquente.

Chi all'Arabia Saudita per il momento ha risposto di no, è invece Romelu Lukaku, per il quale vale la pena approfondire il discorso. Ipotizzare una strategia così fallimentare come quella che sembra essere stata quella di Big Rom e di chi se ne sta occupando, è oggettivamente ai limiti dell'incredibile. E' allora decisamente più realistico ragionare su un ritorno di fiamma della Juventus che ha costruito con l'attaccante belga un patto tale da avere rotto il suo legame (evidentemente non così saldo) con l'Inter, o ancora tenere sotto controllo le evoluzioni del mercato nella settimana che ci accompagnerà al DeadLineDay. Mi spiego: il Chelsea per il momento non ha mai aperto a soluzioni differenti da quelle di una cessione a titolo definitivo a cifre comunque impercorribili per tutti a meno di incassi clamorosi. Diverso sarebbe il discorso se negli ultimi giorni di mercato ci si trovasse con una soluzione analoga a quella attuale: Lukaku fuori rosa al Chelsea e senza possibilità di recuperare il rapporto con un ambiente che non lo vuole più vedere neppure da lontano.

Se questa circostanza prendesse piede, ecco che le velleità di club anche italiani come Roma e Milan di trovare un centravanti fisico senza poter spendere per un trasferimento a titolo definitivo, potrebbero essere accolte diversamente dai Blues. Soprattutto tenendo presente che di slot per i trasferimenti in prestito i londinesi ne avrebbero ancora a disposizione. Qualche giorno ancora, e capiremo se stiamo descrivendo l'epic fail o il delitto perfetto di Sebastien Ledure.

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