Le “beffe” di Ferragosto: i prossimi colpi di scena. Milan, altre uscite in vista ed una situazione da monitorare. Il nodo Lukaku, lo sprint di Pinto, le richieste di Zhang e l’isola felice Napoli

Mancano i soldi, in molti casi, ma i colpi di scena non stanno facendo difetto ad un’estate di mercato particolare per le squadre della nostra serie A: in perenne sospensione tra ciò che vorrebbero fare, spinti dalle idee e dalle attività di scouting, e ciò su cui invece si trovano costrette a ripiegare in mancanza di fondi per poter rendere operative le proprie intenzioni. Per questo motivo stiamo assistendo ad un’estate di sgarbi, o di “beffe”, in cui prima una squadra e poi l’altra assumono il ruolo di vincitrice piuttosto che di sconfitta nelle battaglie a colpi di offerte e commissioni che si stagliano a cadenza quasi giornaliera. Chi ha la lungimiranza e la capacità di incassare cifre rilevanti per calciatori “sostituibili” finisce per trovarsi in una condizione di privilegio rispetto a chi invece vede il proprio mercato in uscita arenarsi proprio sul più bello. 

Il Milan da questo punto di vista è un club illuminato: da Tonali in poi ha fatto corrispondere incassi ad investimenti, e sta promettendo di accendere gli ultimi 15 giorni del mese corrente di ulteriori innesti in relazione alle cessioni di quelli che si possono definire come esuberi a tutti gli effetti. È il caso di Junior Messias, per il quale la soluzione Genoa permette un lieto fine condiviso da tutte le parti in causa, ma non è finita qui. Tra i papabili ad una cessione, nonostante la volontà del diretto interessato sarebbe quella di una permanenza, c’è anche Alexis Saelemaekers: per il belga si è segnalato qualche abboccamento dalla Premier League (West Ham e Wolverhampton) mai approfondito con una vera offerta che pure il Milan non mancherebbe di prendere in esame. A Milanello si attende con fiducia anche il lieto fine della trattativa con il Werder Brema per Ballo Toure: addio che sbloccherebbe l’innesto di almeno un esterno di ruolo nuovo di zecca per Pioli. L’identikit è chiaro: italiano o comunque utile per le liste, meglio se talmente duttile da poter essere impiegato su entrambi i versanti di gioco. Un’altra situazione da tenere monitorata è quella di Kjaer: il danese è uno dei leader assoluti dello spogliatoio rossonero, ma un ruolo non di primo piano nelle gerarchie di Pioli potrebbe spingerlo a qualche riflessione. C’è ancora tempo per capirlo. 

Tornando all’apertura, ovvero alle beffe che caratterizzano la sessione in corso, è paradossale la situazione dell’Inter. Ai nerazzurri non basta vendere, e bene, generando plusvalenze a bilancio. La dirigenza deve suffragare alle mancanze di una proprietà che non permette di reinvestire i profitti incamerati dalle operazioni in uscita. A poco o nulla valgono richieste di extra budget che vengono regolarmente rispedite al mittente, aggiungendo ostacoli alle trattative che pure  Ausilio e Marotta avrebbero intavolato. Osservare l’alternanza di obiettivi per il reparto avanzato di Inzaghi è esercizio molto eloquente, al pari delle settimane trascorse prima di dilazionare la clausola rescissoria per avere a Milano Sommer. L’epilogo della vicenda Scamacca la dice lunga: friggere con l’acqua non può diventare la norma, ed è chiaro che a volte si finisca per farsi bruciare sul filo del rasoio.  La proprietà attuale, non può chiaramente permettersi un club di questa levatura, ma sembra non prestarci troppa attenzione. 

Interessante sarà invece capire come la Juventus potrà recitare un ruolo da protagonista in entrata dopo che Giuntoli avrà completato la cessione dei suoi esuberi, a partire da Zakaria. Altrettanto degna di interesse sarà l’evoluzione del futuro di Lukaku: il patto di ferro stretto con la dirigenza bianconera gli sta precludendo altre strade ed altrettante proposte. Riuscire a sbrogliare la matassa per l’una e per l’altra parte della trattativa, visti i riscontri tutt’altro che positivi della tifoseria bianconera, rappresenterà il primo vero esame per il nuovo staff dirigenziale. 

Un aspetto comune a tutte le squadre, ad ogni modo, sta nella ricerca di talento “giovane” e potenzialmente tramutabile in plusvalenza negli anni che verranno. Così si giustificano i faccia a faccia con potenziali beffe (ci risiamo) di queste ultime ore, come nel caso dello sprint che la Roma stava cercando di predisporre ai danni della Fiorentina per regalare a Mourinho il talentuoso Lucas Beltràn del River Plate. Tentativo fallito ed argentino in Viola, ma indirizzo chiaro rispetto ad una attività di scouting che potrebbe fare la differenza, specie se suffragata a dovere dalle operazioni in uscita che i giallorossi stanno portando a termine (tra prima squadra e giovani) in maniera costante da inizio giugno. 

Ragionamenti e valutazioni che sono invece lontani anni luce dall’isola felice Napoli che di questioni legate a conti e bilanci da sistemare non sa che farsene. La gestione illuminata di De Laurentiis sta consentendo ai partenopei di recitare la parte del leone in trattative che vedono i campioni d’Italia contendere i propri obiettivi addirittura a club di Premier League. Il caso di Veiga, che da Aprile è sui taccuini azzurri, è un fiore all’occhiello che il mercato italiano ed il nostro intero movimento calcistico sperano di appuntarsi al petto il prima possibile. 

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