Non la prima e nemmeno la seconda scelta, probabilmente, ma Beto è fra i nomi che circolano nel valzer di attaccanti che coinvolge le big italiane. A partire dall'Inter, orfana di un numero 9 dopo il "tradimento" di Lukaku. A frenare le pretendenti sembra essere il prezzo richiesto per strapparlo all'Udinese dopo l'ultima stagione in cui ha portato in dote 10 reti: si parla di almeno 30 milioni.
Ai microfoni di SPORTITALIA è intervenuto in esclusiva un suo connazionale e vecchia conoscenza della nostra Serie A, José Luis Vidigal: l'ex centrocampista azzurro fu uno dei primi ad intravederne le potenzialità, come lui stesso ci ha spiegato.
Luis, ci spieghi come lo hai conosciuto?
"È cresciuto nelle squadre di periferia di Lisbona e non era nessuno al tempo. Ero tecnico allo Sporting, avevo bisogno di una punta per l'Under 23. Andai a vederlo e mi innamorai di lui. Non era ancora formato, ma in lui vidi caratteristiche particolari: lo portai allo Sporting per una settimana di prova. Alla fine dissero che non aveva le caratteristiche che cercavano. Poi abbiamo visto dove è arrivato e dove potrà arrivare".
Cosa hai visto in lui, che ora piace ad alcune big come l'Inter?
"Un potenziale incredibile: non è cresciuto in una grande squadra, ha margini di crescita enormi. Sarebbe per l'Inter e gli altri top club un giocatore pronto ad aiutare la squadra a raggiungere i traguardi. Ed a fare tanti gol".
In particolare, cosa ti piace?
"Lavora e lotta come un leone su ogni palla. Dal punto di vista tecnico potrà migliorare sotto tanti aspetti. All'Inter troverebbe un allenatore che ha giocato nella stessa posizione e potrebbe imparare tante cose. Io vidi proprio un percorso così per lui: arrivare in una squadra importante come l'Udinese e poter poi salire in un club più forte".
L'Inter sembra frenata dal prezzo: si parla di almeno 30 milioni.
"È normale. Io guardo Beto e capisco che la gente non ha visto in lui ciò che vidi io. Per me lui ha tutti i mezzi per giocare in qualsiasi squadra lì in Italia, ora. Poi immagino che per esempio l'Inter giochi molto la palla nella metà campo avversaria e lì magari hai bisogno ogni tanto di un giocatore diverso. Lui è migliore nell'attacco alla profondità, è veloce, fisicamente è un animale. Ma sono cose che può imparare: la voglia c'è, la qualità anche, i gol. Magari non fa reti spettacolari, ma quello che conta alla fine è che la palla vada dentro".
Un altro tuo connazionale, Leao, ha mostrato di che è capace. Sembra mancare ancora il salto definitivo per considerarlo un top, non trovi?
"Lui è un giocatore che non ha ancora fatto vedere tutto ciò che è capace di fare. Ogni stagione pensiamo: sarà questa la stagione in cui farà le meraviglie che fino ad ora ha fatto soltanto ogni 2-3-4 partite? Perché lui ne è capace, è un crack, ha un talento incredibile che lascia la gente con la bocca aperta"
La tua squadra del cuore, il Napoli, ha il suo attaccante principe, Osimhen, tentato dall'Arabia Saudita. Gli consigli di restare?
"È chiaro (ride, n.d.r.). Capisco però il giocatore, certe opportunità non le puoi perdere. La capacità economica che hanno gli arabi in questo momento fa pensare anche gente come Victor che ha ancora tanto da vincere in Europa. Son tanti soldi, dovranno decidere il Napoli ed il giocatore. Se dovesse partire sarà dura sostituirlo. Un nome lo avrei…"
Beto?
"Credo che possa fare "l'Osimhen". Ma non sono uguali. Per il Napoli non sarebbe facile, quando vinci non è facile vincere ancora".
Gli azzurri partono favoriti per lo Scudetto, dopo averlo vinto?
"Quando vinci dopo tanto tempo, vincere per due anni di fila poi diventa durissima. Se dovesse perdere un giocatore come Osimhen, lo sarebbe perché perderebbe il 30% della forza dello scorso anno. Poi ci sono altri ruoli da aggiustare. Vedevo per esempio che è arrivata una proposta per Mario Rui: lui è così importante per il Napoli, magari De Laurentiis non lo farà partire. Insomma: partendo con la stessa rosa e qualche aggiustamento, allora il Napoli lotterà per lo scudetto".
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