L’asse fra Italia e Sudamerica si conferma bollente anche in questa sessione di mercato, con particolare riferimento ai nuovi talenti in arrivo dall’Argentina. Da Infantino, nuovo acquisto della Fiorentina, a Juan Manuel Cruz, che arriverà al Verona il prossimo gennaio, la curiosità dei tifosi è già molta nel vedere all’opera i due prospetti.
Ai microfoni di Sportitalia è intervenuto in esclusiva l’allenatore Claudio Vivas, oggi coordinatore responsabile del Costa Rica, che ha allenato il figlio del Jardinero al Banfield, così come il Cholito Simeone, oltre ad aver avuto modo di conoscere da vicino proprio Infantino ed il capitano dell’Inter, Lautaro Martinez.
Mister, lei ha allenato tantissimi grandi giocatori, da Riquelme a Batistuta, da Milito a Zanetti, per citarne alcuni. Quali la impressionarono di più da tecnico?
“Questi tipi di giocatori sono quelli che ti fanno capire di poter realizzare qualsiasi cosa abbia in mente. Perché al di là dei sacrifici e della professionalità hanno il talento e la tecnica per adattarsi a qualsiasi tipo di situazione ed allenamento. Dovrei rispondere che tutti questi giocatori sono stati pazzeschi, ma per nominarne alcuni devo fare due nomi".
Prego.
"Riquelme e Veron erano qualcosa di diverso nella risoluzione della giocata. Avevano già pensato e impostato la giocata prima di ricevere il pallone. Anche Cambiasso era molto giovane quando l'ho incrociato io, ma già si distingueva per la sua classe in mezzo al campo”.
Lei ha avuto modo di conoscere Lautaro ai suoi inizi.
“Lautaro sta facendo una grande carriera. Lo conosco da quando era molto giovane e giocava nella “sexta” del Racing de Avellaneda, dove giocava mio figlio. Di fatto mio figlio era la sua riserva e Lautaro giocava molto spesso titolare. Da padre e da tecnico dicevo a mio figlio: "Stai tranquillo, non dipende solo da te. Quello che gioca al tuo posto è di un altro livello" (ride, n.d.r.)".
Dei grandi attaccanti che ha allenato, come quelli citati e Crespo, chi le ricorda di più?
"Farà una carriera simile ho superiore a questi nomi, ma se lo devo accostarlo a qualcuno dico che mi ricorda in alcuni aspetti Batistuta: uomo d’area, di presenza e pressione per i difensori, abile nel gioco aereo e tecnicamente".
Che ne pensa di Gino Infantino?
"Infantino giocava a Rosario in un piccolo club, l’Adiur, lo visionavo per il Boca Juniors. E’ un club filiale del Villarreal e la persona che me ne parlò disse che stava contrattando con il Villarreal e non se ne fece nulla. Poi debuttò in prima squadra, ha grande capacità tecnica, è un centrocampista fantasioso che si è adattato molto bene alla posizione di interno. Arriva ad una Fiorentina che ha ambizioni europee, gli servirà un primo periodo di adattamento ma ha grandi mezzi e classe per avere successo lì".
Juan Manuel Cruz sarà del Verona, a gennaio. Che opinione ha di lui?
"La sua principale qualità è l’intelligenza, si allena molto bene e nel modo giusto. Interpreta molto bene il gioco e fa i movimenti corretti, sempre. Ha un buon fisico, rispetta tutte le direttive degli allenatori. E’ molto giovane, come tutti avrà bisogno di un periodo di rodaggio e adattamento, spero che possa affermarsi in Serie A".
Il cognome può essere un peso?
"Julio Cruz ha fatto una grande carriera, Juan Manuel è intelligente e sa bene che non serve pensare a questo. Sa interpretare il gioco e cosa deve fare in campo. Deve dimostrare chi è lui senza pensare ad altro e non lo farà. È importante l'adattamento al calcio italiano. Suo padre fu avvantaggiato dal fatto di essere andato prima in club grande qui, poi in Olanda, infine in Italia. Lui farà direttamente il salto in Italia. Una difficoltà in più, ma non sarà un problema perché è maturo e intelligente, come dicevo".
Simeone si è fatto sempre trovare pronto, quando è stato chiamato in causa da Spalletti.
"Per come l’ho conosciuto dico che assomiglia caratterialmente al padre. Per noi argentini rappresenta molto giocare per il Napoli, ma a lui non è mai pesato perché è forte, intelligente e sa quali sacrifici ha fatto. Penso davvero che non abbia limiti di crescita, si adatta a qualsiasi situazione".
Castellanos sarà decisivo con la Lazio?
"E’ molto bravo, arriva da un campionato in crescita e si è sempre distinto fra i compagni. La Lazio ha mire importanti ed ha altri sudamericani che lo aiuteranno ad integrarsi. Ha grandi giocatori intorno che gli possono fare arrivare il pallone con una giocata: dovrà abituarsi a questa differenza rispetto al passato, per farsi trovare pronto".
In Costarica ci sono giocatori pronti a fare il salto in Europa?
"Credo che oggi dopo sette mesi di esperienza qui e più tutte le partite che ho osservato prima di arrivare possa affermare che allo stato attuale delle cose non abbiamo alcun giocatore pronto per il calcio italiano. Però nei prossimi mesi con il lavoro ci sono tre quattro giocatori che potrebbero essere importanti in qualsiasi dei vostri Club".