Uno dei numerosi acquisti effettuati dal Milan in questa sessione di mercato è Noah Okafor, attaccante svizzero classe 2000 proveniente dal Basilea, squadra in cui militava da quando aveva appena nove anni. Conta inoltre già 14 presenze e 2 reti con la Nazionale maggiore elvetica.
Sportitalia.com ha intervistato in esclusiva Markus Schweizer, ex allenatore delle giovanili dell’FC Arisdorf nonché prima persona in assoluto ad accorgersi delle notevoli qualità di Okafor.
Può raccontarci meglio cosa successe quel giorno in cui incontrò Okafor per la prima volta?
"Si tratta di un aneddoto meraviglioso: allenavo i ragazzi poco più grandi lui e quel pomeriggio eravamo al coperto a causa del maltempo. Noah aveva otto anni e si presentò da noi senza scarpe da calcio e senza parastinchi. Chiese di unirsi a noi per gli allenamenti e le partite. Fui costretto a dirgli che purtroppo non poteva senza scarpe da calcio e parastinchi. Così Noah tornò a casa, convinse suo padre ad accompagnarlo in un negozio di articoli sportivi e dopo appena un’ora, e con occhi raggianti, si presentò di nuovo davanti a me. Gli permisi di giocare la partita finale. Da quel momento ho capito che quel ragazzo era davvero speciale! E infatti nei successivi sei mesi ci ha dato molte gioie come attaccante nei tornei indoor della squadra a cui avevamo partecipato. Noah era fisicamente già superiore ai suoi avversari tanto che, a malincuore, lo raccomandai a Marco Otero, in quel periodo responsabile dell'allenamento del Basilea (oggi è il Direttore Tecnico dell’Academy del Valencia). Così passò all’Under 9 del Basilea e nacque una stella del calcio".
Che tipo di persona è Okafor?
"Cordiale, modesto, concentrato e determinato. Un uomo di famiglia".
E da un punto di vista sportivo in cosa eccelle?
"Nell'attenzione: è sempre molto concentrato e appena sente l'erba sotto i piedi esplode di effervescenza. È uno straordinario talento calcistico che sta maturando. Inoltre col suo tiro a martello (destro e sinistro) si rende pericoloso dalla linea dei 16 metri, ha una buona visione d'insieme e con la palla è forte e insidioso".
Cosa pensa del suo percorso con il Basilea?
"Ci vuole una volontà incredibile per passare dall'U-9 alla prima squadra come calciatore professionista. Anche quando a 16 anni ha avuto una dolorosa infezione all'osso pubico e ha impiegato quasi un anno per riprendersi, ha resistito con l'aiuto della sua famiglia".
Il suo presente si chiama Milan. Cosa devono aspettarsi i tifosi rossoneri da Okafor?
"Se riuscirà ad ambientarsi bene in squadra (come sembra stia facendo in California in questo momento), se l'allenatore lo sosterrà, può segnare tanti gol e regalare momenti di grande calcio. Noah ha un obiettivo: vincere la UEFA Champions League. Se rimane in salute, perché non provarci proprio con il Milan?".
Ha mosso i primi passi calcistici all’FC Arisdorf. Di che realtà parliamo?
"Di una piccola società di calcio vicina a Basilea con una struttura relativamente semplice. Il campo da calcio con la sala attrezzi e gli spogliatoi si trova accanto all'edificio scolastico. In inverno viene utilizzato anche il palazzetto dello sport. Poiché i bambini giocano sempre a calcio durante la pausa scolastica e in ogni minuto libero, alcuni di loro hanno avuto la possibilità di diventare dei buoni calciatori e sportivi. Poiché l'FC Arisdorf ha "solo" squadre giovanili, i ragazzi devono poi trasferirsi in altri club più grandi dove poi giocano con successo nei campionati regionali. Anche i due fratelli di Noah, Elijah, oggi al Biel, e Isaiah, al Bayer Leverkusen Under 19, avevano iniziato a giocare a calcio nell'FC Arisdorf".
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