Il campione serbo Novak Djokovic, che ha ‘rischiato’ di scrivere l’ennesima pagina leggendaria della sua carriera a Wimbledon, nascondeva un segreto
C’è voluto un Carlos Alcaraz in versione extra lusso per avere la meglio di Novak Djokovic sulla prestigiosa erba dell’All England Club, in quel di Wimbledon. Al termine di un match che ha vissuto di set altalenanti – basti pensare che entrambi hanno vinto dei parziali per 6-1, nonostante entrambi si siano trascinati al quinto set – ha prevalso la classe dello spagnolo, col 36enne serbo che ha retto botta fisicamente al molto più giovane avversario.
I due avevano incrociato le proprie strade anche nell’ultimo Major prima dei Championships, sulla terra di Parigi, quando Nole aveva strapazzato Carlitos, crollato all’inizio del terzo set per dei quasi inverosimili problemi di crampi. Noie fisiche dovute alla fatica – e forse anche a qualche doloretto – di cui Novak non ha minimamente accusato problemi. Ma esattamente il serbo come fa a mantenersi sempre in perfetta forma fisica, sembrano chiedersi gli appassionati del nobile sport?
Dietro c’è un allenamento maniacale, mirato, perfezionato negli anni. Per non parlare dell’alimentazione, curata da veri e propri professionisti del settore al servizio esclusivo del 23 volte vincitore di prove del Grande Slam.
Forse però, c’è dell’altro. Qualche piccolo indizio è stato già raccolto proprio a Parigi, quando le telecamere hanno indugiato a lungo sul petto nudo di Nole mentre si cambiava la maglietta al cambio campo. Stessa cosa accaduta anche a Wimbledon. Due indizi fanno quasi una prova, dice il vecchio adagio: la certezza è arrivata qualche settimana dopo grazie alla confessione di tale Fabio Fontana, Ceo di Tao Tecnologies. Un personaggio destinato a diventare in breve tempo popolarissimo.
Djokovic, il segreto attaccato alla pelle: il bottone fa miracoli
“Il dispositivo, nato nel nostro Paese, è unico al mondo“, ha esordito Fontana ai microfoni del ‘Corriere Adriatico’. “Si tratta di un sorta di laser indossabile 24 ore al giorno e applicabile sul dolore o in quei punti specifici. Sono rimasto stupefatto quando al Roland Garros, Djokovic ha alzato la maglia e si è visto il dispositivo. Probabilmente l’ha usato per mantenere ‘in bolla’ il suo assetto posturale, riducendo così il rischio di dolori muscolari“, ha concluso il dirigente.
Ad ogni modo, grazie alle dettagliate spiegazioni del suddetto Fontana – che ha anche rivelato come il magico ‘bottone’ sia usato da tanti atleti delle più disparate discipline – è certamente soddisfatta la curiosità di tutti quelli che si erano posti tanti interrogativi su cosa fosse quello strano marchingegno utilizzato dal serbo anche a Londra.
La sensazione è che il prodotto si stia ormai diffondendo a macchia d’olio, visto che verrà utilizzato anche da una non meglio specificata – ma prestigiosa, ha tenuto a specificare Fontana – squadra del campionato di Serie A di calcio.