Michael Schumacher è considerato ancora oggi il miglior pilota nella storia della Formula 1. Il giudizio però potrebbe cambiare in futuro
Con i suoi sette titoli mondiali conquistati nel corso di una carriera per molti aspetti inimitabile, Michael Schumacher è considerato dalla maggioranza dei critici e degli osservatori il miglior pilota nella storia della Formula 1.
Due mondiali consecutivi centrati alla guida della Benetton, una vettura che nessuno all’epoca considerava all’altezza dei team più tradizionali, poi i cinque allori alla Ferrari, un’impresa memorabile e con ogni probabilità irripetibile. Il fuoriclasse di Kerpen ha dimostrato di non avere uguali: forse neanche lo strepitoso Lewis Hamilton, anche lui capace di vincere sette titoli mondiali, può essere messo sullo stesso livello del Barone Rosso.
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Secondo qualche addetto ai lavori, compresi ex piloti che hanno avuto modo di gareggiare insieme e contro Schumi, non è Sir Lewis il campione che può essere accostato all’ex fuoriclasse tedesco, quanto piuttosto Max Verstappen. Nonostante abbia vinto finora solo due titoli iridati, con il terzo consecutivo ormai a un passo, l’olandese della Red Bull viene considerato come l’unico vero erede di Schumacher.
A sostenere questa tesi è uno di quelli che ha avuto a che fare molto da vicino con il pilota tedesco e che ne ha apprezzato le straordinarie doti di guida e anche umane. Stiamo parlando dello scozzese Eddie Irvine che nel 1999, quando era in Ferrari a fianco di Michael, andò a un passo dalla clamorosa conquista del titolo mondiale.
Michael Schumacher meglio di tutti, ma c’è l’insidia chiamata Verstappen
L’ex pilota scozzese non si tira indietro e nel corso di un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport ha lasciato intendere come Max Verstappen sia destinato a percorrere un cammino molto simile a quello del suo ex compagno di squadra. “Sono molto simili, senza alcun dubbio. Max proprio come Michael riesce a gestire al meglio la pressione e ad intimidire campioni anche più esperti e navigati“.
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Secondo Irvine non c’è molta differenza tra i due fuoriclasse. Anzi, sono di più i punti di contatto sia in pista che a livello caratteriale: “Quando ero a Maranello qualcuno affermava che favorivano Michael, ma era una cavolata: faceva la differenza il talento, il suo era enorme. Verstappen ad esempio – conclude Irvine – rispetto ai primi anni di carriera sa attendere il momento migliore per fare le mosse giuste, è meno aggressivo”. Super Max insomma ha tutto per eguagliare il suo straordinario predecessore. E il terzo titolo mondiale consecutivo è un ottimo punto di partenza.