Giancarlo Fisichella ha parlato del suo passato in Formula 1 e del rapporto avuto con Schumacher. I tifosi stentano a crederci
Il pilota romano ha vissuto una carriera piuttosto importante nel Circus, arrivando anche a guidare per la Ferrari. Purtroppo gli è sempre sfuggito il sogno di vincere il titolo mondiale.
Giancarlo Fisichella è stato uno dei piloti di punta della storia italiana in Formula 1. L’epoca moderna del nostro automobilismo ha vissuto un momento d’oro con il pilota romano e Jarno Trulli in pista, con scuderie di un certo livello. Entrambi hanno corso per la Renault di Flavio Briatore, il primo è arrivato anche a coronare il sogno di essere ingaggiato dalla Ferrari. Trulli era stato scelto come prima guida della Toyota, in un progetto ambizioso che purtroppo non portò i frutti sperati.
Entrambi hanno avuto la “fortuna” “sfortuna” di condividere il box con Ralf Schumacher, il fratello del grande Michael. Per primo toccò a Fisichella, quando nel 1996, dopo gli esordi con la Minardi, si trasferì alla Jordan. Per il pescarese, invece, l’incastro avvenne nei primi anni 2000, proprio in Toyota. Entrambi non hanno avuto mai parole tenere per il driver tedesco, in particolar modo proprio il romano non si è risparmiato in tal senso.
Giancarlo Fisichella, che attualmente gareggia nel campionato GT, ha rivelato ai microfoni del podcast Beyond the Grid, quale fu il suo rapporto con Ralf Schumacher ai tempi della Jordan. Nel 1996 stravinse il duello interno, conquistando la maggior parte dei punti del team britannico e mostrando un ottimo talento e prospettive di grande livello.
“Non è stato il mio miglior compagno di squadra“, esordisce “Fisico” (come era soprannominato nel Circus) parlando del pilota tedesco.
“Non era mai felice di condividere la telemetria e lavorava poco per il team. Voleva solo battermi”.
Un esempio di questo tipo di atteggiamento fu il Gran Premio d’Argentina a Buenos Aires, quando le cose per la Jordan si stavano mettendo per il meglio.
“Potevamo centrare un doppio podio, ma Ralf pensò bene di lottare con me nel bel mezzo della gara e finì per venirmi addosso. Alla fine fui costretto a ritirarmi”. Insomma non un fulmine di guerra per quanto mostrato in pista e di certo anni luce distante dal talento sconfinato dell’illustre fratello Michael.
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