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UN NUOVO VIAGGIO NEL TEMPO CON STARCASINÒ SPORT, EX MILAN LORENZINI E COSTACURTA RIACCENDONO LE “LUCI A SAN SIRO”

Roberto “Lupo” Lorenzini e Alessandro “Billy” Costacurta sono due ex calciatori della Serie A e del Milan che hanno fatto la storia del calcio italiano tra la fine dello scorso secolo e l’inizio del nuovo millennio. Sono stati intervistati da Carlo Pellegatti nell’esclusivo Q&A di StarCasinò Sport, il sito di intrattenimento sportivo Official Partner di AC Milan.

A fare da cornice a questa chiacchierata tra passato e presente un campo di padel, sport molto praticato dagli ex calciatori professionisti. Come confermato dalle due leggende rossonere: “Il padel è semplice da imparare e si diventa competitivi in poco tempo. Abbiamo un bel gruppo di amici, tra cui ci sono Dida e Serginho per esempio, e qualche volta ci troviamo per divertirci assieme” ha commentato Lorenzini. Mentre Costacurta ha aggiunto: “Una cosa è molto importante per noi: il nostro gruppo è composto da ragazzi che non vogliono solo vincere ma a cui interessa principalmente divertirsi. È questo lo spirito che ci accompagna”.

Una particolarità che accomuna entrambe le leggende rossonere è che durante la loro carriera calcistica erano spesso chiamate con il loro soprannome da tutto l’ambiente rossonero e sportivo italiano. Costacurta ha ricordato con Carlo Pellegatti le storie dietro i due appellativi Lupo e Billy: “Il primo viene da Lupo de Lupis, il cartone animato. Se mettessi l’immagine del personaggio accanto a Lorenzini, soprattutto di profilo, capiresti la somiglianza. Una mattina l’ho fatto notare e da lì in poi lo abbiamo chiamato sempre così. Il mio invece risale ad uno dei primi giorni al Milan: non so perché ma non riuscivo a palleggiare con la palla, si avvicina il mister e mi dice, in dialetto milanese, che non ero bravo e che dovevo andare a giocare nel Billy, la squadra di pallacanestro. Per via di questo aneddoto, da oltre 40 anni vengo chiamato Billy da tutti”.

Pochi mesi fa, con il gol segnato su rigore all’Udinese, Zlatan Ibrahimovic è diventato il marcatore più anziano della storia della Serie A, superando proprio il record siglato da Costacurta nel 2007. L’ex difensore rossonero ha commentato: “Era assurdo che avessi questo primato perché avevo fatto solo tre gol. Mi sembra più corretto che lo detenga uno che ne ha fatti più di 400. I rigori? Mi piaceva l’emozione data dalla camminata fino all’area di rigore, sono sensazioni che poi ti porti per tutta la vita. Un po’ di ansia la creano ma l’ho sempre consigliato a tutti i giovani calciatori”. Nel 2002 c’è stato un momento in cui le strade di Billy e del Milan si sono separate per qualche mese: “Pensavano che non potessi più garantire un livello d’élite. Accettai il feedback anche perché desideravo andare in MLS a fare un’esperienza. Mi allenai per tre mesi con i MetroStars di New York. Non stavo male lì. Poi arrivò una chiamata da Milanello, avevano avuto qualche problema con l’acquisto di Nesta. È stata come la chiamata di mamma: il Milan ha detto di tornare e tornai”.  

Nesta è stato solo uno degli ultimi campioni con cui hanno condiviso il terreno di gioco Lorenzini e Costacurta. Durante l’intervista di Carlo Pellegatti hanno parlato di due fuoriclasse del calcio italiano: Baresi e Van Basten. Riguardo il Campione del Mondo ’82, Lorenzini ha affermato: “Franco era pazzesco, il giocatore più forte che io abbia mai incontrato. Quando riesci a fare tutte quelle presenze con una maglia come quella del Milan, con la quale devi sempre entrare in campo per vincere e lo fai per oltre 500 volte, vuol dire che hai qualità superiori a tutto quello che offre il mercato in quel momento”. Costacurta ha aggiunto: “Franco ci salvava in tantissime situazioni critiche. Sistemava alcuni errori commessi da noi”. Sul centravanti, soprannominato il cigno di Utrecht, Billy ha sottolineato: “Tutti quelli che hanno giocato in quel periodo dicono che i più grandi erano Maradona e Van Basten. Marco aveva tutto: tecnica, forza, carattere e attitudine. Secondo me si colloca tra i primi giocatori della storia del calcio. Lui ha vinto tre Pallone d’Oro con una caviglia sola: ebbe problemi fin da subito e per noi era una sofferenza vederlo a Milanello durante la settimana con il ghiaccio sulla caviglia. Ma, nonostante ciò, vinse tutto”. Lupo ha aggiunto: “Quando giocavi con quel Milan sentivi una forza fisica diversa, ti distruggeva mentalmente. Erano i campioni di tutti i trofei e per portare a casa un risultato dovevi essere molto forte”.

Redazione

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