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ESCLUSIVA SI Vice-ds Shakhtar: “La guerra non ci ferma. Trubin e Sudakov…”

Il periodo è drammatico, le condizioni di lavoro proibitive e problematiche, ma il lavoro dello Shakhtar Donetsk (e degli altri club ucraini) prosegue, adattandosi alle situazioni più disparate. La guerra con la Russia sta segnando un solco profondo in questa epoca: “Ma è proprio per questo che è importante andare avanti: noi possiamo lanciare un segnale importante e positivo a tutta l’Ucraina” – spiega in esclusiva ai microfoni di SPORTITALIA il vice-ds del club, Carlo Nicolini.

Nel corso dell’intervista che ci ha rilasciato, oltre a raccontare l’evolvere della situazione, Nicolini ha commentato i rumors di mercato che riguardano in particolare due dei talenti più cristallini che hanno valorizzato, ovvero Trubin e Sudakov, accostati negli scorsi mesi a molti club europei, fra i quali anche alcuni italiani (rispettivamente Udinese e Napoli).

Come sta andando il vostro lavoro allo Shakhtar, in questa situazione drammatica?

“Quest'anno ha dimostrato la forza, la potenza e soprattutto la competenza di questa società. Abbiamo perso a giugno un'intera squadra, con la partenza dei brasiliani, poi a luglio siamo riusciti comunque a cominciare la stagione, affrontando il girone di Champions dove abbiamo battuto il Lipsia e dove abbiamo pareggiato contro il Real Madrid. Poi siamo andati in Europa League superando due turni e abbiamo vinto il campionato”. 

Nonostante le difficoltà, sono arrivati i risultati anche quest’anno.

“C'è una bontà del lavoro dietro che è sotto gli occhi di tutti, con il lavoro di scouting e di valorizzazione degli ucraini, soprattutto. Affrontando tutto questo con le difficoltà logistiche del caso”.

Ci racconti.

“In Europa giocavamo a Varsavia le partite in casa. Da ormai 9 anni non abbiamo più la nostra base a Donetsk. Un'impresa che ha dell'incredibile. La mia scelta di restare era legata a questo aspetto: ci è stato strappato un sogno, ma vogliamo continuare a lottare per dare una speranza, un segnale positivo e di continuità anche a tutti questi ragazzi ed a tutte le famiglie che gli ruotano attorno".

Quanto è difficile il vostro lavoro anche da un punto di vista mentale, per concentrarvi solo sul campo?

"Molto: se è vero che in quell'ora e mezza di partita o durante l'allenamento riesci a staccare, poi è altrettanto vero che nel resto della giornata le notizie rimbalzano e arrivano. Siamo consapevoli che con il nostro lavoro diamo un messaggio positivo, facendo vedere che si va avanti comunque cercando di dare un momento di svago. Sicuramente però, sia fisicamente che psicologicamente, non è facile trovare stimoli e concentrazione".

Lo Shakthar è famoso per aver pescato negli ultimi anni tanti talenti in giro per il mondo, soprattutto in Brasile. Quest'anno avete mantenuto un certo livello soltanto con i giovani locali.

"Esatto. Abbiamo sempre lavorato sugli ucraini, anche quando lavoravamo molto con il Brasile, perché lo Shakthar è un punto di riferimento per la Nazionale ucraina. Prima che scoppiasse tutto avevamo costruito uno Shakthar forte, per aver trovato anche 5-6 ragazzi ucraini di livello internazionale. Persi i brasiliani, andiamo avanti”.

Si fa di necessità virtù, insomma.

“Uno di questi prospetti, Mudryk, se ne è già andato al Chelsea e come cessione non è stata niente male. Cerchiamo di arrivare prima degli altri, come anche ora nel Mondiale Under 20 dove abbiamo trovato un talento dall'Ecuador ed uno dalla Georgia. Può sembrare che arrivino da campionati di secondo piano, ma abbiamo visto Kvaratskhelia in Italia cosa è stato capace di fare".

Trubin sta crescendo bene e se ne parla sempre più spesso. Che prospettive vede per lui?

"Trubin è uno dei talenti che sono sbocciati in questi anni. Ha giocato anche l'altra sera contro la Germania. È giovanissimo, ha già due campionati alle spalle vinti, più di 20 presenze europee fra cui partite di Champions League. Il suo talento è incredibile oltre che dei margini di crescita importanti”.

Lo vede già rodato a certi livelli?

“Lui come altri è un giovane già pronto, con una certa esperienza ed ha dimostrato il valore che ha, pur avendo potenziale ancora in sviluppo. Normale che su di loro posino gli occhi gli osservatori. Appena ha giocato la Champions ha avuto subito la migliore percentuale di parate, poi allenatori importanti gli hanno dato fiducia facendolo giocare titolare. Nei campionati che contano di più come Italia, Spagna, Inghilterra e Germania è normale che seguano uno così". 

Anche Sudakov sta mostrando tutto il suo talento.

“Un altro giocatore importantissimo se consideriamo che è un classe 2002. Non voglio essere polemico, ma sappiamo in Italia quanto spazio trovino ragazzi di questa età. Lui ha giocato titolare in Champions League e nella Nazionale, maggiore non Under 21. Normale che ci siano degli accostamenti di questo tipo. Perché poi vedi questa squadra che vince 4 a 1 contro il Lipsia o pareggia contro il Real Madrid e ti chiedi come hanno fatto in queste condizioni…”.

Le risulta che sia seguito come si dice e che anche qualche club italiano lo segua?

“Io in mano di telefonate ufficiali non ne ho: leggo gli accostamenti dai media come fate voi. Non posso quindi confermarvi la veridicità o meno di questi rumors, ma capisco che quando si parla di calciomercato di alti livelli si tirino in ballo a questi nomi".

Prima ha fatto il nome di Kvaratskhelia. Si potrebbe fare un colpo di questo tipo, investendo su di lui oggi? Non tanto dal punto di vista economico o tecnico, quanto per ritrovarsi in casa un futuro giocatore di alto livello.

"Posto che siano ovviamente giocatori diversi, io penso che parliamo già di un giovane differente, come livello e per ciò che ha già dimostrato rispetto a quando Kvara è stato preso in Georgia. Lui, nonostante la cifra investita dal Napoli e nonostante fosse sicuramente conosciuto da noi addetti ai lavori era comunque un “signor nessuno” al tempo, diciamo così. Pochi erano disposti a investire le cifre richieste. Sudakov dopo una stagione come quella che ha appena disputato parte già da un altro livello e non credo che si possa fare un'operazione simile prendendolo a poco e valorizzandolo oggi, per il semplice fatto che è già stato valorizzato, è fortissimo. Fermo restando un punto che sfugge il più delle volte".

Quale?

"Che lo Shakthar non è che voglia venderlo, lui e gli altri prospetti che crescono qui, non ha questa necessità od obiettivo. L'intento è quello di costruire una squadra veramente forte per andare a vincere in Europa. Poi è sempre chiaro che nessuno è incedibile. Ma non è che abbiamo bisogno di mettere in vetrina i nostri gioielli per venderli al miglior offerente".

Altri prospetti che avete scovato?

"Kevin Kelsy è un attaccante di 18 anni arrivato a gennaio dall'altra parte del mondo. Senza preparazione perché stava facendo le partite della Conmebol per l'Under 20. Arriva qui e fa subito 6 gol, facendo vedere di avere qualità importanti. Noi l'abbiamo preso perché crediamo in lui, poi dove possa arrivare non te lo so ancora dire perché quello dipende da tanti fattori. Qualità fisiche tecniche e atletiche importanti. Io dico sempre anche in relazione alle squadre italiane che innanzitutto bisogna avere la bravura di individuare questi talenti, poi il coraggio di investirci, ma anche la pazienza di aspettarli, di crescerli e valorizzarli. Non basta solo comprarli".

Redazione

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