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Berlusconi, l’uomo che ha cambiato le sorti del Milan e del calcio italiano

L’annuncio della scomparsa di Silvio Berlusconi è arrivato in mattinata. L’ex Premier e presidente del Milan aveva 86 anni. Da sempre definito avanguardista e visionario era in primis un imprenditore, prestato poi al mondo dell’edilizia, della politica, del calcio e della tv. Tocca con mano diversi settori e porta innovazione in ognuno di questi.

Una storia d’amore lunga 31 anni

Il calcio italiano moderno deve tanto, anzi tantissimo a Berlusconi. Una personalità eclettica che ha lasciato un segno indelebile per la capacità di coniugare lo sport e l’imprenditoria, un connubio che al giorno d’oggi appare scontato.

Eppure le basi vennero gettate proprio da Silvio Berlusconi, era il 20 febbraio del 1986 quando rese nota l’acquisizione del Milan. In tempi brevissimi modificò l’assetto societario e il club rossonero cambiò volto.

Una società già di per sé gloriosa diventò invincibile sotto ogni punto di vista. Dall’evoluzione del settore marketing ai risultati sul campo che portarono Berlusconi ad essere il presidente più vincente della storia del calcio italiano.

Il palmares del Milan di Berlusconi

Basi solide in tempi record e il successo è arrivato immediatamente. L’era berlusconiana del Milan è stata senza dubbio la più proficua al mondo per il calcio dell’epoca. I rossoneri hanno imposto la propria egemonia conquistando in appena 31 anni ben 29 trofei.  8 scudetti, 1 Coppa Italia, 7 Supercoppe italiane, 5 Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 5 Supercoppe Uefa e un Mondiale per Club.

Una squadra da tutti temuta e da molti emulata per il proprio modo di fare calcio, e di creare un mondo attorno alla società stessa. Con Silvio Berlusconi avanza indisturbata l’idea di calcio manageriale e verosimilmente industriale considerando il club come una vera e propria azienda.

Negli anni ’90 i diavoli rossoneri raggiungono il massimo splendore e l’impronta di Berlusconi è evidente. Una storia d’amore nata per salvare il Milan dal fallimento nel 1986, conclusa dopo aver raggiunto l’apice del successo, nel 2017.

Annapia Panassidi

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