Un anno di crescita, nonostante l'assenza dal campo: Beppe Iachini, ora, è pronto a rimettersi in gioco. L'allenatore, capace di centrare 4 promozioni in Serie A (con Chievo, Brescia, Sampdoria e Palermo), dopo l'ultima esperienza al Parma ha viaggiato e studiato: "Quest'anno ci sono state sette-otto squadre che mi hanno cercato" – racconta – ", ma ho preferito dire di no".
Il motivo è quello di aver preferito accrescere il proprio bagaglio da allenatore, anche grazie ad un viaggio in particolare, come spiega lui stesso in esclusiva ai microfoni di SPORTITALIA: "Ho preferito usare questo tempo per aggiornarmi, studiare, per andare all'estero. Sono stato per esempio in Inghilterra a trovare alcuni amici come De Zerbi, sono stato da Guardiola ed Emery. Ne ho approfittato anche per perfezionare il mio inglese, oggi ci sono molti stranieri nelle squadre ed è importante conoscere le lingue".
Ed ora?
"Ora aspettiamo per un progetto serio ed interessante per tornare in campo".
Anche all'estero?
"Ma certo, anche in passato mi è capitato di andarci e magari non era il momento giusto".
Chievo, Brescia, Sampdoria e Palermo: 4 campionati vinti. A quale promozione è rimasto più affezionato?
"Tutte hanno avuto un sapore molto bello. Quando vinci 4 campionati la cosa più bella è vedere la gioia nella gente che ti segue, di città così importanti. Sono rimasto legato a tutti questi ambienti. Con Chievo e Palermo siamo arrivati primi, due volte sono subentrato arrivando ai playoff con Brescia e Samp, prima arrivando terzo e poi sesto, ma il sapore quando vinci poi è lo stesso, di grande felicità".
In questi giorni di playoff, ha rivissuto quei momenti?
"Certamente, ho ricordato la grande tensione ed il pathos, l'attenzione ad ogni particolare e dettaglio per coronare la stagione giocandosi la Serie A. Non è facile e domani Cagliari e Bari dovranno affrontare anche questi aspetti qui".
Che partita sarà, domani?
"Da un lato c'è il Cagliari di Claudio Ranieri, una grande persona ed un grande allenatore, l'ho avuto ed ho grande stima di lui. I sardi hanno fatto una bella stagione e sanno di avere un risultato, ma sapendo anche che la gara sarà lunga. Il Bari d'altra parte ha fatto un eccellente percorso e giocherà davanti ai propri tifosi in uno stadio gremito, cercando di raggiungere un risultato non facilmente preventivabile ad inizio anno. Sarà una partita molto tesa".
Lo scorso anno ha cominciato un lavoro a Parma, che quest'anno ha sfiorato la finale playoff. Piazza, società e gruppo, Buffon su tutti, meritavano di andare avanti?
"Il Parma già dallo scorso anno ha cominciato ad affrontare un certo percorso, con qualche giocatore esperto e tanti giovani. Quando hai molti calciatori da crescere e tanti stranieri, non è facile centrare subito i risultati e migliorare. Non a caso anche quest'anno ci sono state delle difficoltà all'inizio, è normale che ci voglia tempo. E' un progetto ad ampio respiro. Sono arrivati comunque a raggiungere i playoff: per la piazza sarebbe stata una grande soddisfazione la promozione. Ma il calcio è così, ti dà e ti toglie e gli episodi fanno da padrone".
Che augurio vuole fare alla "sua" Sampdoria, in un momento di incertezza? La piazza non l'ha dimenticata, come dimostra il tributo che le hanno riservato quando è tornato a Marassi.
"Sarei molto contento se tutto andasse a buon fine. La Samp è una grande squadra, un club storico con cui ho condiviso tanti momenti belli. C'è grande affetto reciproco con i tifosi. Sono grato per le testimonianze d'affetto che mi sono arrivate e di cui parlavi anche tu e che ricevo spesso. Sarei molto felice se si perfezionasse questa cessione, parliamo di una società gloriosa".
Alla Fiorentina è arrivato con la squadra terzultima, portandola al decimo posto, in condizioni "precarie" anche nella stagione successiva per il Covid. Le chiedo che ricordo ha di questa città e se apprezza, oggi il lavoro di Italiano.
"Sì, fu un bel lavoro nonostante le condizioni che c'erano in quel momento particolare. Valorizzammo giocatori poi divenuti importanti come Chiesa e Vlahovic. L'anno successivo dopo una partenza difficile ci fu il cambio in panchina, poi il ritorno e la salvezza raggiunta in un ambiente divenuto caldissimo. In generale va detta una cosa ora su Italiano".
Quale?
"Che i viola hanno fatto un bellissimo percorso con i giovani, Vincenzo è stato un mio giocatore e so che persona è. Ha avuto continuità portando a termine un lavoro di due anni: dico così perché raggiungere due finali in una stagione non è facile. La società si è mossa bene prendendo molti giocatori di livello. E' un peccato che non abbia avuto fortuna nelle finali, lo avrebbe meritato. Anche Commisso, soprattutto".
Che di lei ha detto "Bisognerebbe fargli una statua", per aver tirato fuori la Fiorentina da brutte situazioni, due volte.
"Lo ricordo e lo ringrazio ancora. Ho grande memoria dell'esperienza in viola e del rapporto con lui, che sta lavorando bene. Ora sembra che Italiano possa rimanere: so quanto è importante dare continuità al lavoro per poter raggiungere risultati. Ora nel mercato magari ci sarà la possibilità di individuare, insieme al tecnico, ciò che può essere mancato alla squadra".
Vlahovic con lei fece 20 gol in 23 partite. Le è sembrato in difficoltà alla Juve quest'anno?
"Sì, ma era normale: ha cominciato la stagione con la pubalgia e quando un giocatore deve stare fuori dal campo, la sua condizione ne può risentire. Non è stato il Vlahovic che conosciamo, ma ha fatto comunque 10 gol. Poi è andato al Mondiale, frammentando il lavoro che stava facendo. Qualcosa ha pagato, ma rimango convinto che sia un prospetto di attaccante molto, molto forte, si vedrà quando riavrà la miglior condizione".
Un altro attaccante che con lei è esploso è Mauro Icardi, accostato ora alla Roma ed alla Seire A. Come vede un suo ritorno in Italia, oggi?
"Direi di sì. Esordì con me a 18 anni, arrivava dalla Primavera ed oltre alla qualità si vedeva che aveva grande intelligenza. Visione di porta, l'area è casa sua, parliamo di un vero bomber. Farebbe comodo a qualsiasi squadra: ha una capacità di andare in gol con facilità che è sempre stata innata".
L'Inter stasera affronterà il City di Guardiola, che lei conosce bene.
"Sì, sono stato da loro in Inghilterra, Pep venne a trovarmi quando ero a Brescia. Ho un grande rapporto con lui, Manuel Estiarte, Enzo Maresca, anche il fisioterapista era con me al Palermo. Hanno fatto un grandissimo lavoro in questi anni, prendendo giocatori forti, ma anche tanti giovani che hanno inserito perfettamente e valorizzato"
Ha punti deboli Pep?
"Un avversario più ostico per l'Inter non si poteva trovare, ma i nerazzurri hanno raggiunto la finale non per caso. Ed essendo una finale, in partita unica, entrambe hanno il 50% di possibilità di vincere. Una qualsiasi situazione di gioco può cambiare tutto da un momento all'altro. Sarà una grande partita, dove ogni dettaglio potrà fare la differenza".
Questa sera negli studi di Sportitalia, ospite di ‘Aspettando il weekend’, c’era l’ex giocatore di…
La marmellata in testa alla classifica torna alla grande dopo la pausa, ed è bene…
Domani torna in campo la Serie A dopo la terza ed ultima sosta sosta di…
“Attaccare tutti insieme e difendere tutti insieme. È un obbligo, non un’opzione”. Chiaro e categorico,…
La Nazionale femminile conquista la "Billie Jean King Cup" ma i tifosi di tennis di…
Domani la Serie A ripartirà dopo l’ultima pausa Nazionali del 2024. A dare il via…