Tutto o niente, lo si sa bene questa Champions League per il Manchester City è il traguardo ambito da una vita. È stato più volte a un passo, ma mai realmente così vicino perché contro l’Inter la squadra di Pep Guardiola agli occhi del mondo ha la strada praticamente spianata; ma il tecnico alla vigilia riporta tutti con i piedi per terra. A decidere a chi andrà la coppa dalle grandi orecchie sarà solo ed esclusivamente il campo.
Dopo i nerazzurri anche i Citizens hanno raggiunto l’Atatürk Olympic Stadium per la rifinitura e il confronto con i media. Anche in quest’ultimo caso la freddezza e l’esperienza di Guardiola è stata protagonista in sala stampa.
Schietto, diretto e apparentemente sereno, ossessione o sogno, cosa rappresenta questa Champions per il City? “È solo un sogno. Dovremo giocare il nostro calcio offensivo e attaccare l’Inter” spiega Guardiola. Poi il tecnico dei Citizens lascia spazio alla razionalità, emozione si però… “Le farfalle nello stomaco ci sono sempre e domani ancora di più, ma non devo dimenticare che alla fine è una partita di calcio, dobbiamo fare quello che sappiamo, analizzare l’Inter e ricordare di essere tranquilli”.
Spesso in gare del genere chi scende in campo con una mentalità vincente si trova già a metà dell’opera, questo Guardiola lo sa bene e non perde occasione per ribadirlo: “L’unica cosa che conta è quello che fai in campo domani. La storia non conta e neanche quello che hai fatto fino a questo momento. Dobbiamo conoscere l’Inter il meglio possibile e immaginare quello che faranno. Fanno un grande possesso palla, con inserimento dei centrocampisti, specialmente Barella. Non penso ad altro se non a questo. Se vinceremo saremo la squadra più forte d’Europa, o secondi, che non è comunque male. Loro con lo 0-0 penseranno di stare vincendo, noi che stiamo perdendo. Se prenderemo gol non dobbiamo pensare che dovremo fare tre gol, ne basta uno”.
City favorito agli occhi del mondo, ma Guardiola storce il muso, l’Inter ha la storia dalla sua parte: “Non controllo l’opinione delle persone, mi concentro solo su quello che dobbiamo fare. Ho visto tante partite dell’Inter per vedere cosa dobbiamo fare. Alla fine è una partita di calcio. Vincerà la squadra che si comporterà meglio nei 95 minuti. Nella storia l’Inter è più grande di noi. Non è importante. L’importante è che domani alle 22:00, ora di Istanbul, facciamo la migliore prestazione possibile”.
Poi analizza gli avversari, l’Inter è matura abbastanza nei singoli e Guardiola li ha ben studiati: “Lautaro è un campione del mondo, è un giocatore speciale: sa portare palla, sa essere pericoloso anche in area. Stiamo parlando dell’attaccante di una squadra che giocherà una finale di Champions e che ha vinto un Mondiale. Onana è fondamentale. Bastoni è eccezionale in quello che fa, aiuta ad avere una connessione migliore con gli attaccanti. Detto questo, dovremo cercare di difendere nel migliore dei modi e, quando avremo la palla, di attaccare creando problemi all’avversario”.
Guardiola si sbilancia anche dal punto di vista tattico e analizza i nerazzurri: “L’Inter è abituata non solo a difendere. Le squadre italiane sanno coprire bene gli spazi, ma l’Inter ha un’abilità in più perché non si innervosisce se viene pressata e riesce a uscire con la palla al piede. I nerazzurri possono farci male con gli attaccanti, sono bravi nel possesso e ad attaccare sia al centro che sulle fasce. Se sbagliamo qualcosa ci possono mettere in difficoltà. Bisognerà sbagliare il meno possibile e difendere con una difesa alta. Seguire un piano gara ti dà stabilità e sapere cosa devi fare è importante, ma ci sono dei momenti in cui le partite ‘impazziscono’ e devi mettere tutti attaccanti o tutti difensori: quando saltano gli schemi c’è solo la voglia di vincere. All’inizio però ci deve essere un piano gara, un approccio, bisogna essere pazienti e rispettare quello che si è preparato anche se si è 0-0 contro una squadra italiana”.
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