Mancano poche ore all’appuntamento con la storia: la Fiorentina questa sera proverà a portare a casa la finale della Conference League, l’ostacolo si chiama West Ham. Una vittoria che sarebbe la ciliegina sulla torta del lavoro svolto quest’anno dal tecnico Vincenzo Italiano, che non ha centrato i posti validi per l’Europa in campionato, ma ha dato una filosofia chiara alla squadra raggiungendo anche la finale di Coppa Italia.
Ai microfoni di SPORTITALIA è intervenuto in esclusiva l’ex viola Fabio Rossitto, che faceva parte della rosa che ha alzato l’ultimo trofeo, ovvero la stessa Coppa Italia nel 2001.
Jovic o Cabral contro il West Ham?
“Vado un po' a sensazione: forse non c'è nemmeno un perché, ma dico Jovic”.
Ha sorpassato il brasiliano?
“Lo vedo più adatto per queste partite qui, è un giocatore che magari in questo tipo di gare può essere decisivo. Non so perché, ma é così, magari poi gioca Cabral e fa gol. Se dovessi fare una scelta io, partirei con il serbo”.
Che approccio avranno i viola alla partita?
“Mi aspetto la solita Fiorentina: il dna della squadra e dell'allenatore è chiaro e non può cambiare oggi. La Fiorentina deve essere sempre propensa ad andare all'attacco, propositiva, aggredire in avanti, alta. Deve avere questa personalità anche in questo tipo di gare, dove non si deve essere diverso l'atteggiamento. Se la squadra di Italiano oggi è arrivata in finale di Conference e della Coppa Italia, lo deve anche a questo tipo di mentalità che non deve cambiare mai”.
Rispetto alla finale contro l’Inter, cosa può fare di meglio Italiano?
“Il risultato prima di tutto, che sembrerà banale. Però si collega allo stare attenti, alla concentrazione. Ed al fatto che dicevo prima dell’atteggiamento aggressivo, propositivo, essendo comunque molto equilibrati. Perché è chiaro che se dai la possibilità ad una squadra importante questa ti può punire e poi fai fatica a recuperare. Dovrà esserci un grosso equilibrio anche perché gli inglesi lasceranno giocare i viola”.
A cosa dovrà fare attenzione Italiano?
“Al contropiede degli inglesi. Il West Ham ha giocatori veramente forti, soprattutto fisicamente, bisognerà stare molto attenti alle palle inattive. 5-6 dei loro sono oltre l'uno e novanta. Bisognerà evitare di concedere facilmente occasioni: in queste partite non vieni perdonato”.
Lei ha visto Firenze in festa. Cosa significherebbe questo trofeo?
“Avrebbe un grande significato per l'Italia oltre che per Firenze. Per l'Italia vorrebbe dire rivincere qualcosa di importante dopo aver portato tre club in tre finali. Stiamo lavorando nel verso giusto, abbiamo trovato la direzione. Vincerla e alzarla sarebbe una soddisfazione grande. Firenze è una piazza che merita questo, di avere questa gioia. Ed anche la società, che ha lavorato bene, pur se criticata nei primi anni. Ha dimostrato competenza sia a livello di gestione che a livello finanziario e sportivo”.