Il giorno della finale di Praga è finalmente arrivato. La Fiorentina e il West Ham giocheranno questa sera la partita più importante della loro storia recente. La finale di Conference League potrebbe essere l’occasione degli Hammers per vincere il primo trofeo internazionale a 58 anni dalla Coppe della Coppe 64/65 (esclusa l’Intertoto del 1999). Di fronte ci sarà la Fiorentina di Vincenzo Italiano, dal canto suo non alza un trofeo da 58 anni, casualmente proprio la Coppa delle Coppe edizione 1960/61.
La stagione degli Hammers è stata finora tutt’altro che positiva. La squadra londinese, dopo la scorsa ottima annata, ha confermato David Moyes in panchina e provato ad alzare l’asticella spendendo ingenti capitali sul mercato. Il West Ham in estate ha investito oltre 180 milioni di euro per acquistare 8 calciatori considerati di livello superiori agli attuali. A questi si sono aggiunti poi altri 12 milioni per Danny Ings in inverno. Spese folli che avrebbero dovuto portare il West Ham a migliorare il 7° posto di un anno fa, ottenuto dopo aver lungamente lottato addirittura per il 4°.
Niente di tutto questo. La squadra di Moyes ha deluso per tutta la stagione in Premier League, non trovando mai soluzioni ad una crisi costante. Gli acquisti a partire dall’onerosissimo Paquetà, passando poi per Scamacca, Aguerd, Emerson, Cornet e poi Downes e Areola hanno deluso. Nessuno è riuscito a dare ciò che ci si attendeva. Infatti, gli Hammers hanno navigato nelle acque torbide della seconda metà della classifica della Premier. Moyes ha salvato il posto soprattutto al percorso europeo, troppo facile per essere messo in discussione. In Premier la discontinuità è stata il filo conduttore della stagione del West Ham. L‘inizio schock e l’assestamento e la consapevolezza di non riuscire a fare di meglio. Gli Hammers sono arrivati al massimo al 12° posto, per chiudere a fine stagione al 15° con l’impressionante numero di 20 sconfitte. La squadra di Moyes ha totalizzato appena 6 punti pià della prima delle retrocesse, il Leicester.
Il percorso del West Ham in Conference League, invece, è stato immacolato. I londinesi hanno totalizzato 14 vittorie e un pareggio. Un risultato ottimo, anche se facilitato dal livello mediocre della manifestazione, e comunque non scontato per il numero di gare da affrontare per arrivare in fondo. Un percorso lungo, partito a metà agosto contro il Viborg, proseguito con le 6 vittorie in altrettante partite nel girone contro i modesti Steaua Bucarest, Silkeborg e Anderlecht.
Nella fase a eliminazione diretta della Conference League il West Ham ha avuto vita facile: AEK Larnaca, Gent (unico pareggio nella gara d’andata) e infine AZ Alkmaar. Fino a stasera quando Moyes e i suoi ragazzi si giocheranno un posto nella storia del club, così come Italiano e i suoi nella storia della Fiorentina.
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