Nell’editoriale del sabato per Sportitalia.com Tancredi Palmeri fa il punto della situazione per la sessione di mercato che incombe sulla nostra serie A.
Se per i prossimi 15 giorni l’attenzione sarà sul mercato degli allenatori, per poi immediatamente virare sui parametri zero e quindi lasciare spazio alle trattative vere e proprie, il punto caldo allora in questo momento è capire quanto ciascuna squadra può spendersi sul mercato. Con le qualificazioni alle coppe praticamente chiarite, in attesa di capire se la Uefa si esprimerà sulla Juventus entro questo mese perché l’eventuale squalifica impatti già su questa stagione, i budget sono grossomodo delineati. I più rumoreggianti sono i milanisti, tanto per la delusione di questa stagione, quanto per il buco dell’acqua del passato mercato, quanto per la disattesa premessa generale della crescita complessiva della rosa.
Nessuno del mercato del Milan si è rivelato davvero utile, giusto in parte Thiaw, ma a un anno di distanza incredibilmente con un Kessié in più la squadra precedente poteva dirsi più forte.
La rabbia dei tifosi rossoneri è stata solo mitigata dal rinnovo di Leao, più che altro un pericolo scampato, ma si è accresciuta all’apprendere che il Milan avrà solo 50 milioni di € di budget di mercato, nonostante la qualificazione in Champions in sé ne renda da sola una ventina in più, e ovviamente al netto delle cessioni – tuttavia difficili. Si tratta dello stesso identico budget dell’anno passato, quasi totalmente assorbito dal fallimento di De Ketelaere.
Eppure, il Milan avrà – di nuovo! – il budget più ricco della Serie A. Perché sempre al netto di eventuali cessioni, nessuna altra potrà permettersi di buttare sul piatto 50 milioni puliti. Certo non permetteranno mai di competere con la Premier, ma quello non può permetterselo nessuno e neanche potrebbe con il nuovo stadio. Cosicché il come li spendi è fondamentale. Cannato De Ketelaere (il primo anno Leao non era stato così disastroso), può il Milan permettersi di nuovo di sbagliare gli acquisti?
Non è chiaro quanto potrà avere a disposizione la Juventus. Probabilmente solo quello che incasserà in uscita. Non a caso si cerca un acquirente per Vlahovic, che ha 65 milioni di valore di mercato, e al cui prezzo si avvicinerebbe il Bayern – sempre che la Juve receda dalla folle intenzione di voler incassare 80 milioni per il serbo. Ma intanto un risparmio robusto arriverà dalla riduzione del monte stipendi: soltanto la dismissione di Rabiot, Di Maria e Paredes comporterà un taglio di 40 milioni lordi, assolutamente necessari per respirare – certo, poi quei tre li dovrai sostituire.
All’estero hanno altri problemi. E il mercato si aprirà di nuovo con quanto ha monopolizzato l’attenzione due e tre anni fa. Ovvero la scelta di Messi.
L’argentino ha sul tavolo l’offerta dell’Al Ittihad simile a quella ricevuta da Cristiano Ronaldo con l’Al Nassr, in quel caso 205 milioni di € all’anno includendo le sponsorizzazioni dello stato arabo, di cui 72 milioni di salario vero e proprio. Ma c’è anche l’alternativa americana, con l’Inter Miami pronto all’avvicinarsi alla cifra araba (solo quella del salario, intendiamoci) e a concedere un anno di prestito al Barcellona, dove lo stipendio di Messi difficilmente supererebbe i 20 milioni. Si tratta di rinunciare a un sacco di soldi per crearsi un ponte tra Florida e Catalogna – non che la Pulga ne abbia veramente bisogno.
Le altre offerte arrivate all’argentino non sono ugualmente allettanti economicamente o sportivamente, dunque a meno di colpi di scena queste dovrebbero essere le alternative.
Fondamentalmente, decidere se ci sia ancora sufficiente benzina motivazionale – quella tecnica non manca – per giocarsi un ultimo grande trofeo.
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