Non è una vigilia come le altre, una città intera scalpita. A Roma si contano le ore, i minuti e i secondi che mancano al fischio d’inizio della sfida più importante del ventennio e forse anche più. Domani sera a Budapest i giallorossi hanno l’opportunità di scrivere la storia, tra loro e l’Europa League resta un solo ostacolo: il Siviglia.
Alla vigilia della finale i capitolini hanno modificato la routine solita che precede i big match, la scelta presa dal club è stata quella di svolgere la rifinitura a Trigoria e partire solo a conclusione di questa. Giunti alla Puskas Arena in sala stampa si è presentato Mourinho, insieme a lui anche capitan Pellegrini e Mancini.
È l’uomo delle finali, l’uomo che vince e conosce il metodo per farlo, lo stesso che ha riportato un trofeo europeo a Roma dopo tanti, forse troppi anni di astinenza. Josè Mourinho vuole il bis, dopo la Conference ottenuta nella scorsa stagione, si è posto questo come obiettivo e adesso che è ad un passo tutto appare più nitido… futuro compreso.
Davanti la stampa lo Special One è lo stesso di sempre, non si mostra mai teso, ma come suo solito deciso e tagliente nelle risposte. “È stato un percorso lungo -ha dichiarato Mou in apertura- diverso da quello che ha fatto il Siviglia che arrivava dalla Champions. Un percorso lungo e difficile, e ci meritiamo adesso di giocarci questa finale”.
I sostenitori giallorossi in parte sono già arrivati a Budapest, altri arriveranno domani ma nel frattempo Roma viene addobbata a festa, l’atmosfera è caldissima e l’emozione sale, ma il tecnico spiega come fare per contenerla. “Lavorando come abbiamo fatto. Negli ultimi due mesi abbiamo giocato quarti, semifinali, tante partite, infortuni, abbiamo avuto poco tempo per recuperare. Ma lavorando come gli ultimi due giorni. Dico che la storia non gioca, Mendilibar la pensa diversamente e che il Siviglia è favorito per la storia, è una opinione che rispetto. Noi siamo qui perché lo meritiamo. Loro hanno una esperienza che non abbiamo, per loro è diventato normale giocare una finale di Europa League mentre per noi è una cosa straordinaria. Per i nostri tifosi è storico e indimenticabile, ma quando la partita inizia domani vogliamo stare qui e ci saremo”.
Insomma, la storia sicuramente non può essere dimenticata, ma il futuro è tutto da scrivere e Mou ha la penna in mano, fiducioso delle capacità della sua squadra.
Poi ecco la domanda sul futuro. Impossibile dimenticare la notte di Madrid in cui con l’Inter alzò la Champions League al cielo e contemporaneamente disse addio. Ma stavolta, come lui stesso ha dichiarato è diverso: “Penso che se qualcuno di noi ha una domanda simile alla tua, la deve fare a Midilibar perché lui non ha contratto. Ho parlato coi due miei capitani e mi hanno fatto una domanda simile alla tua. A loro ho risposto in maniera obiettiva. Non vogliono che rispondano, ma sanno cosa voglio io. È diverso rispetto all’Inter perché io non avevo firmato col Real Madrid, ma era tutto fatto. Adesso non ho nulla. Penso a domani e a quello che vogliamo fare noi, perché noi vogliamo giocare”.
Capitolo Dybala? Mou non apre neanche una parentesi in realtà. È sintetico, diretto ma sfuggente: “”E’ a disposizione per domani. Ha 20-30 minuti nelle gambe”. Insomma, ha detto tutto e niente, verità o pretattica? Ciò che è certo è che il gioiellino giallorosso potrebbe essere determinante nella notte più importante.
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