È giugno 2013 e il Carpi conquista sul campo del Lecce la storica promozione in Serie B. Il direttore sportivo degli emiliani era un certo Cristiano Giuntoli, mentre in panchina c'era Fabio Brini.
Viste le tante voci concernenti Giuntoli, che dopo otto anni potrebbe lasciare il Napoli per iniziare un nuovo percorso alla Juventus, Sportitalia.com ha contattato in esclusiva proprio l'ex allenatore del Carpi.
Brini, che ricordi ha di Giuntoli in quel periodo nel paese vicino Modena?
"Dico intanto che fu una stagione eccezionale. Io arrivai verso metà campionato. Giuntoli ebbe un ruolo eccezionale, era già un grande ds: dialogava tanto sia con me che con i giocatori, creando così coesione e la giusta alchimia. Sono aspetti entrambi fondamentali. Peraltro nemmeno lui si aspettava che avremmo compiuto quell'impresa, rimase incredulo. Inoltre era bravo, ma questa ormai non è più una novità, a scoprire i talenti".
Venendo al presente, crede che questo suo lungo percorso al Napoli sia finito con lo scudetto?
"Non è facile rispondere. Ma va detto che De Laurentiis ha sempre peccato in una cosa: non tollera quando una persona diventa più importante di lui, non sopporta passare in secondo piano. Vedi anche come sta finendo con Spalletti. Guarda caso in queste ultime settimane si è parlato e si sta parlando tantissimo soprattutto di Spalletti e Giuntoli".
Per adesso sono solo voci, ma nel caso come lo vedrebbe alla Juve?
"Sarebbe sicuramente una bella sfida dal momento che dovrebbe ricostruire una intera squadra, ma prima ancora un intero ambiente. La cosa più importante è che lo lascino lavorare e portare avanti le sue idee. Chiaramente in sinergia con Allegri".
Peraltro, non è nemmeno così sicuro che Allegri resti a Torino. Nei giorni scorsi è circolato anche il nome di Spalletti.
"Beh, se lavorasse anche alla Juve con Spalletti sarebbe ancora meglio. Si conoscono già molto bene".
Tornando al passato e ai suoi mesi al Carpi, il portiere di quella squadra era Sportiello. Il quale pare abbia già un accordo con il Milan. Cosa pensa di questa sua scelta?
"Nessuno nega il grande prestigio del Milan, e ci mancherebbe altro. Ma ritengo che queste scelte come quella di Sportiello siano sempre rischiose: fare il secondo portiere significa giocare pochissimo o mai, e quando non giochi perdi sempre qualcosa. Io sarei andato in una squadra minore ma dove sarei stato il portiere titolare".