12 anni al fianco di Elliott, 44 con il Milan nel cuore: il CEO rossonero Giorgio Furlani è l’uomo chiave del futuro del club, a livello strategico-economico sì, ma anche nella gestione calcistica. È lui infatti il referente primario dell’operato dell’area tecnica in capo a Paolo Maldini: perché Furlani, manager scafato e con alle spalle operazioni di alta finanza, conosce il mondo del calcio da appassionato, prima ancora che da parte in causa. Nel 2007, l’allora 28enne Furlani, laureato alla Bocconi di Milano e con un MBA ad Harvard, cercò disperatamente una tv nel deserto del Cile, pur di seguire la finale di Atene tra Milan e Liverpool: oggi sognava quella di Istanbul, 16 anni dopo, ma dovrà amaramente rimandare l’appuntamento. Dal 2017, Furlani ha lavorato attivamente al dossier Milan, prima convincendo Elliott della bontà dell’operazione del prestito a Yonghong Li, poi, diventando con Gordon Singer, il volto e soprattutto la testa pensante del fondo nella società. Infine, affiancando Ivan Gazidis e poi sostituendolo nel ruolo di CEO, con gli stessi principi: lo sviluppo commerciale del club a livello globale e la vicenda stadio (dossier ancor più cruciale dopo l’ingresso di Red Bird e Gerry Cardinale), ma senza dimenticare che poi, il calcio e il Milan sono una fede e non solo un business. E l’obiettivo sportivo sarà sempre la stella polare di ogni progetto.