Leonardo Spinazzola, terzino della Roma classe ’93, è una delle pedine più importanti dello scacchiere giallorosso di Josè Mourinho e, negli anni, è diventato una certezza anche per la Nazionale Italiana, laureandosi Campione d’Europa nel 2021. Il difensore originario di Foligno è stato intervistato nell’esclusivo Q&A di StarCasinò Sport, il sito di intrattenimento sportivo Premium Partner di AS Roma. Il video dell’intervista è disponibile sul canale YouTube di StarCasinò Sport.
Spinazzola muove i suoi primi passi con le scarpe da calcio nella squadra di paese, la Virtus Foligno, per poi passare al settore giovanile del Siena e della Juventus e iniziare il suo percorso per diventare calciatore professionista. Il ricordo dell’infanzia e del periodo dei sogni è ancora ben impresso nella memoria del terzino numero 37: “Iniziavo a giocare a calcio la mattina alle 10 e rientravo a casa alle 22, forse anche più tardi. In mezzo ovviamente c’era il nascondino e altri giochi. C’erano sempre tanti bambini a giocare per strada. All’epoca erano altri tempi, un’altra vita. Già sapevo che volevo fare il calciatore”. C’è stato un momento in cui Spino ha capito che poteva diventare professionista: “Ho compreso di poter ambire a giocare ad alti livelli quando mi hanno arretrato di posizione. Prima giocavo esterno alto, poi sono passato terzino in una difesa a quattro. Mi trovavo bene in questo ruolo”.
Come spesso accade, dopo tanto lavoro e perseveranza i desideri si avverano. Finora nel sogno di Spinazzola si contano uno Scudetto, una Supercoppa Italiana e un Torneo di Viareggio vinti con la maglia bianconera della Juventus, una Conference League con la Roma e un Europeo con l’Italia, oltre ad altri premi individuali. Riguardo l’esperienza torinese il terzino ha voluto sottolineare l’importanza di lavorare con giocatori del calibro di Mandzukic e Ronaldo: “Dopo la lesione del crociato mi sono allenato particolarmente sul sinistro e sono migliorato molto visto che crossavo tante volte con questo piede. Poi in mezzo all’area c’erano Mario e Cristiano, a cui dovevo fare traversoni perfetti. Mi ripetevo sempre che non potevo sbagliare. Questo mi ha fatto alzare il livello”. In bianconero c’è anche una serata indimenticabile, quella dell’esordio in Champions: “È stata una serata perfetta, sia per me che per il risultato. Era Juve-Atletico, quello della rimonta. Se fosse possibile la rigiocherei”.
Poi il passaggio alla Roma e la consacrazione come uno dei terzini più forti del panorama internazionale. In giallorosso la grande vittoria in Conference League della scorsa stagione, seguita dai festeggiamenti tra le vie della Città Eterna: “Una festa incredibile che non si vede tutti i giorni”. Nella scorsa stagione Josè Mourinho è stato il condottiero della squadra capitolina: grazie al suo carisma e la sua esperienza è riuscito a convincere i calciatori che potevano trionfare nella competizione. Come sottolineato da Spinazzola, mister Mourinho “è speciale, a livello caratteriale ti dà qualcosa in più. Durante gli allenamenti parla poco, ma se c’è qualcosa da dire si fa sentire, con tutti. Lui è unico”. Inoltre, con un compagno di spogliatoio si è creato un legame profondo che nasce molti anni fa: “Io e Mancini ci conosciamo da tanto, abbiamo giocato assieme a Perugia e a Bergamo prima di ritrovarci qui. Finora abbiamo passato sei stagioni insieme. Io e Gianlu siamo stati da sempre ottimi amici, un’amicizia che ci porteremo anche quando smetteremo di giocare a calcio”.
Infine, Spinazzola ha raccontato quali sono stati i suoi punti di riferimento professionali durante la gavetta tra giovanili e serie minori: “Marcelo, Dani Alves e Maicon, ma non si possono chiamare terzini, loro sono registi che giocavano sulla fascia. In una parola, fuoriclasse. Soprattutto per la visione e per la lettura delle dinamiche di gioco”. Questo e molto altro nell’imperdibile intervista realizzata da StarCasinò Sport a Leonardo Spinazzola.
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