20 gol in 37 presenze fra campionato e coppe con lo Steaua Bucarest, un'attenzione crescente intorno a lui dopo una vita di gavetta in serie minori, fino alla pre-convocazione da parte di Roberto Mancini in Nazionale: la stagione di Andrea Compagno in Romania è decisamente da incorniciare. Non bastasse tutto questo, domenica arriva lo scontro diretto contro il Farul Costanza che potrebbe permettere ai suoi il sorpasso in vetta.
L'attaccante ha parlato in esclusiva ai microfoni di SPORTITALIA per raccontare come sta vivendo questo momento magico e per svelare i suoi prossimi obiettivi.
Andrea, come sta andando questo finale di stagione?
"Bene, ora mancano due partite e siamo a -1 dalla prima con lo scontro diretto domenica, in trasferta. L'altroieri abbiamo giocato davanti a 42mila persone, un'atmosfera unica. C'è grande passione: lo Steaua non era così vicino a vincere il titolo da 7 anni a questa parte. C'è grande entusiasmo dopo una grande rincorsa che abbiamo fatto. Quando sono arrivato la squadra era al quattordicesimo posto, speriamo di mettere la ciliegina sulla torta".
La chiamata di Mancini cosa ha rappresentato per te?
"Non dico che non ci penso più, però sicuramente l'ho presa come una grandissima "pacca sulla spalla" da parte di tutto lo staff che fa queste selezioni. Era solo una pre-convocazione, però è stato un grandissimo motivo d'orgoglio, qualcosa che mi spinge a sacrificarmi ed a lavorare ancora di più. Non dico che faccia parte del passato, ma ora sono totalmente concentrato su questo finale di stagione".
Come stai vivendo questo crescendo di attenzioni intorno a te? In Italia stai spingendo molti ad "accorgersi" di te.
"Quando vai a giocare in una squadra come lo Steaua, per forza di cose sai di essere in un palcoscenico più importante. Anche scendere in campo nelle competizioni europee e fare gol in Champions, affrontare West Ham, Anderlecht è speciale… Qualcosa che ti mette sotto i riflettori. Quanto si siano accorti di me non lo so, non me ne sono mai preoccupato. Mi concentro sul fare felici i miei tifosi e la squadra. Il resto non dipende da me".
Vedi possibile un trasferimento in Serie A la prossima stagione?
"Non lo so, non so quanto sia possibile anche se chiaramente è il mio sogno. Non so come sia visto un campionato come questo, all'estero, anche se le competizioni europee sono quelle. La Fiorentina sta dando un senso diverso alla propria stagione arrivando in fondo ad una competizione, la Conference League, che è quella che ho giocato anche io. Alla fine è tutto relativo. Ma non ci penso, voglio solo fare bene".
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
"Più di fare bene non puoi fare, lasciando poi lavorare chi deve lavorare per me. Lavorare e sperare, se qualcosa deve arrivare, arriverà".
E se ad un tifoso interista come te chiedessero di fare il vice-Giroud?
"(Ride, n.d.r.) Parliamo proprio di sogni. Certo c'è la fede da tifoso interista, ma poi sono un professionista ovviamente e qualsiasi grande squadra sarebbe un sogno. Magari!".