Al Milan abbiamo fatto tutti i complimenti del mondo per lo scudetto di un anno fa. Siamo saliti sul carro di Pioli e Maldini. Un'annata fantastica, condizionata dagli errori dell'Inter, ma devi avere le basi per continuare a seminare se hai avuto bravura e fortuna ad anticipare i tempi del tricolore. Il Milan, invece, ha gestito come peggio non avrebbe potuto il dopo scudetto. Il finale di stagione rischia di compromettere tutto e servirebbe un miracolo per trasformare l'incubo in un grande sogno. Se domani sera arriverà l'impresa, allora, queste righe saranno vecchie, superate e ridicole. Immaginate i rossoneri in finale di Champions, con rimonta sui rivali di sempre. Il problema è che oggi bisogna guardare in faccia alla realtà e l'impresa risulta difficile (non impossibile). Il Sassuolo, 2 gol in 10 minuti li ha fatti all'Inter, ne ha presi anche 4 vero, ma il Milan vorrebbe scrivere una pagina bellissima della sua fantastica storia. La realtà, però, dice che finora Maldini ha sbagliato il post scudetto e Pioli non è stato in grado di difendere e tutelare quel tricolore sul petto. Gli ultimi due mesi sono stati ridicoli. Ampio ed esasperato turn over per arrivare pronti alla semifinale di Champions che dura 7 minuti, quelli nei quali l'Inter non è entrata in area di rigore avversaria. Rotazioni assurde per l'Europa con punti persi in maniera altrettanta assurda con le piccole del campionato compromettendo il cammino verso la prossima Champions che se arriverà sarà solo merito dei guai della Juventus. Pioli ha grandi responsabilità per quest'annata, finora, ampiamente sotto la sufficienza. Le gare con Tottenham e Napoli non possono salvare tutti gli errori commessi. La domanda è se sarà giusto ripartire ancora da Stefano Pioli. Scaroni dice di sì. Non abbiamo la presunzione di dire cose deve o non deve fare il Milan, però, un ragionamento su Pioli va fatto. D'accordo la riconoscenza per lo scudetto vinto ma tutti sappiamo che nel calcio, come nella vita, la riconoscenza non dura più di 5 minuti. Ci sono allenatori più capaci di Pioli? Si. Il Milan almeno una riflessione dovrebbe farla. Peccato solo per il coro a San Siro prima delle partite, perché quello è uno dei momenti più belli.
Gran finale dell'Inter. Stesso discorso del Milan ma al contrario. Campionato deludente, finale eccezionale, coppe perfette. Come sopra queste righe saranno rese ridicole da una eventuale eliminazione, difficile ma non impossibile, domani sera a San Siro. Inzaghi, comunque andrà, non deve cadere nella trappola. Si è tolto tanti sassolini dalle scarpe e ha dimostrato, a società, critici e tifosi, che aveva ragione. Probabilmente volerà ad Istanbul, farà la finale di Coppa Italia e rientrerà tra le prime 4 del campionato. Inzaghi, però, non deve commettere l'errore più grande della sua vita: restare all'Inter. Adesso parlano di conferma, Simone sei grande e via con tante frasi inutili. La verità è che nessuno ha dimenticato le dichiarazioni di Marotta, i comunicati della Curva e gli articoli della stampa "amica". Inzaghi ha dato schiaffi morali a destra e sinistra. Se resta sbaglia perché al primo pareggio i "fenomeni" torneranno a dare fiato alla bocca.
L'Atalanta ci aveva illuso ma è tornata sulla via della perdizione. Gasperini è ai titoli di coda. Percassi è il vero segreto di questa società non l'allenatore. D'Amico è un direttore giovane e capace ma non devono, a Bergamo, commettere l'errore di ricominciare un'altra stagione con Gasperini. Un grande allenatore ma i cicli finiscono anche per i migliori. L'Atalanta ha bisogno di nuove risorse, gente nuova con nuove motivazioni. Juric sarebbe un nome buono ma in caso di mancato accordo gli allenatori non mancano. Il problema del nostro calcio non sono allenatori o calciatori scarsi. Ci sono sia mister che calciatori. Mancano i dirigenti di qualità. L'Atalanta ha il vantaggio di avere proprietà e dirigenza forte, bisogna solo trovare il giusto tecnico per il dopo Gasperini. Casomai leggermente meno bravo ma sicuramente più aziendalista e bravo nella gestione del gruppo dentro e fuori il campo.
In chiusura complimenti al Brindisi, meritato e sudato ritorno in serie C dopo tanti anni di sofferenza tra squadre scarse e società improvvisate. La firma di D'anna, ex Lecco, grande esterno offensivo e salentino doc. E' stata stupenda la rimonta di quest'anno. Brindisi merita una squadra tra i professionisti nel calcio perché a Brindisi non può esistere solo il basket. Una città con l'aeroporto e con lo stadio a 500 metri dall'aeroporto di riferimento del Salento è un plus da non sottovalutare. Piazza importante e tifosi presenti quando le cose vanno bene. La festa del Brindisi coincide con la frustrazione della Cavese che in due anni ha conquistato più punti di Real e City ma non è riuscita a vincere il campionato spendendo, in 24 mesi, più di due milioni di euro. Fusco ha fatto un grande lavoro, preparato una torta bellissima ma gli è mancata la ciliegina della fortuna.