Otto minuti bastano per essere felici. A sostenerlo è stato Bob Waldinger, professore di psichiatria di Harvard e chissà se il dottore statunitense non abbia qualche affinità con il mondo nerazzurro. Ciò che è certo è che ieri sera l’Inter in soli 8’ ha reso entusiasti e a dir poco felici i propri sostenitori grazie alla rete di un eclettico Edin Dzeko che ha immediatamente sbloccato l’Euroderby. Dopo appena 3’ arriva il colpo letale di Mkhitaryan e il primo atto del doppio confronto tra Milan e Inter passa in archivio.
Nella grande attesa per questa semifinale di Champions storica si prevedeva un match sicuramente diverso da quello andato in scena a San Siro.
Ci si aspettava una sfida combattuta in cui con le unghie e con i denti le due compagini si giocavano il pass per la finale di Istanbul. Inutile negarlo, così non è stato. Lo show sul rettangolo verde non è mancato ma è stato solo d’impronta nerazzurra.
Inzaghi diventa incriticabile, scelte perfette per il primo round dell’Euroderby
La chiave di questo successo ha un nome: Simone Inzaghi. Le critiche costanti durante tutta la stagione hanno contribuito forse a far crescere una cattiveria agonistica che è stata determinate durante la preparazione così come in campo. Dal 1’ l’Inter si è mostrata propositiva in avanti mettendo alle strette il reparto arretrato del Milan palesemente in difficoltà. La valutazione delle scelte si è rivelata più corretta, il ballottaggio tra Calhanoglu e Brozovic ha visto il turco avere la meglio e il croato subentrare a partita in corso.
In avanti la scelta ricade ancora una volta su Edin Dzeko che non fa pentire il tecnico neanche per un secondo. 37 anni compiuti, eppure in campo è formidabile e difficilmente arginabile. Ci ha provato con il corpo e con la forza Calabria ma ogni tentativo è stato vano e il bosniaco mette la sua firma per primo sul tabellino dei marcatori. A dodici ore dal triplice fischio i media si scateno, è la Roma a far siglare il successo ai nerazzurri, perché? Semplice, il raddoppio è di Mkhitaryan anche lui come il cigno ex giallorosso. Due parametri zero che consento all’Inter di toccare con un dito l’accesso per la finale. Inzaghi adesso diventa immune dalle critiche, il tecnico nerazzurro ha l’opportunità di giocarsi tutte le carte a sua disposizione tra finale di Coppa Italia, corsa Champions in campionato e una finale che adesso non appare come un’utopia.
Inter con l’amaro in bocca, poteva definitivamente mettere un punto
Vero è che paradossalmente gli uomini di Inzaghi lasciano San Siro con l’amaro in bocca, per la qualità del gioco visto nei 90’ e per la quantità di occasioni create, il 2-0 sta stretto all’Inter. Tutti gli undici uomini impiegati dal 1’, come chi è subentrato a partita in corso hanno dato vita a una prestazione che ha messo chiunque nelle condizioni di dire: “L’Inter merita di stare qui, e di conquistare il passaggio per Istanbul”.
Il Milan è stato letteralmente annientato, Pioli chiaramente ha pagato pegno per l’assenza di Leao e l’infortunio a partita in corso di Bennacer, non potendo contare sulle proprie seconde linee, rivelatesi ancora una volta inefficienti e non adatti a palcoscenici di questo calibro.
Attenzione a dare tutto per scontato, la storia insegna che un derby, soprattutto quello di Milano, non è mai una partita come le altre e in formato europeo la probabilità di riscrivere un finale per molti ormai scontato è altissima. Restano da giocare 90’ minuti in cui l’Inter dovrà essere capace di non cambiare nulla di quanto visto ieri, mentre sul fronte opposto la rivoluzione totale deve essere repentina.