"I Campioni dell'Italia siamo noi… Siamo noi, siamo noi… I Campioni dell'Italia Siamo noi". Si, siete voi. Bravissimi. Il Napoli ha vinto, stravinto. Anche se è abbastanza evidente che alla fine gli azzurri siano arrivati con il fiatone. Si era capito soprattutto in Champions contro il Milan. De Laurentiis ha fatto il miracolo. Con la sua follia ci ha creduto e ci è riuscito. Una squadra presa in serie C e portata ad interrompere il dominio del Nord. Giuntoli e Spalletti i veri artefici. Lo scudetto è loro. Però bisogna saper fare le scelte. Spalletti è stato bravo a rifiutare il Milan in quel momento storico e ha aspettato la scadenza del contratto naturale con l'Inter per rientrare e ha fatto bene a scegliere Napoli. Giuntoli ha fatto un percorso diverso, pane e mortadella sui campi in polvere poi ha vinto per distacco. Ha vinto con sudore e sacrificio. Competenza e lavoro. Uno che vince tutti i campionati e inizia dal basso che più basso non c'è merita solo stima. E siamo felici che a vincere sia stato uno con questi sacrifici alle spalle. E' un esempio per tutti, per quelli che oggi sono in D, per quelli che non ci credono, per quelli che ancora sono convinti che la competenza sia più importante della raccomandazione e dei magheggi con i procuratori. W Giuntoli. W Spalletti. W il sacrificio e la professionalità. Vedete quanti Direttori Sportivi bravi sono a casa. Parlano e fanno le prediche ma in Italia il passaparola è veloce e se ti apri i conti all'Estero per poi fare le operazioni sempre con gli stessi agenti i Presidenti lo capiscono e non ti prendono più anche se fai salvezze miracolose e oggettivamente sei (eri) bravo e i tuoi allievi fanno una carriera migliore della tua anche in grandi squadre. Giuntoli è pronto per la Juventus. I tifosi del Napoli non si devono arrabbiare. Parliamo della professione di grandi dirigenti. Andare alla Juventus non è un tradimento ma Giuntoli, ad un anno dalla scadenza, non può dare nulla di più a questo Napoli. Sarebbe sbagliato trattenerlo. Si è incontrato con Scanavino a Milano e l'accordo c'è. Bisogna solo convincere De Laurentiis a non tirare troppo la corda. Giuntoli deve festeggiare, salutare e ringraziare. Non dimentichiamoci che durante l'era Gattuso, il DS toscano era quasi stato messo alla porta dal Napoli ed è rimasto solo perché ha avuto la forza per farlo. In parte potremmo fare lo stesso discorso per Spalletti. Restare sarebbe giusto ma allo stesso tempo sbagliato. Vincere ancora non è facile. Anzi. Più di questo Spalletti, a Napoli, non può fare e nel calcio si dimentica tutto il giorno dopo. Quindi meglio lasciare quando sei sul trono anche se perdi 1 milioncino. Fa nulla.
I Campioni d'Italia, questa settimana, non faranno più notizia. C'è la semifinale di Champions e Milano diventa Capitale. L'Inter arriva ad un grande appuntamento nel momento di forma migliore della stagione ma questo non significa che andrà in finale. Sta di fatto che così bene l'Inter, quest'anno, non è mai stata. La squadra si è ritrovata e ha una carica importante grazie a risultati e prestazioni. Se Inzaghi andrà a Istanbul avrà giocato tutte le partite a disposizione in questa stagione. Se consideriamo la Supercoppa vinta e la finale di Coppa Italia da giocare. C'è chi lo critica, chi lo voleva esonerato per prendere Chivu e chi gli ha augurato di smettere di allenare. Per non parlare del fuoco amico. L'Inter ha problemi grossi ma in panchina li hanno risolti e non certamente accentuati. Ora godiamoci questa semifinale di andata perché non sappiamo se vincerà Inzaghi o Pioli ma, sicuramente, ha già vinto l'Italia.
Mercoledì il Milan deve scatenare l'inferno. Sabarto quando Leao si è fermato per dieci minuti lo stadio era ammutolito, non fiatava, la gente era pallida. La testa è solo al derby. Un sogno per tutti. I milanisti hanno il dna europeo e trovarsi l'Inter in semifinale, davvero, ti capita una volta ogni 20 anni. Dove eravate nel 2003? Pensateci. Perché nel 2043 ricorderete cosa stavate facendo il 10 maggio del 2023. Emozioni uniche. Il Milan ha qualcosa in meno dell'Inter. Sulla carta. Soprattutto in attacco e nei ricambi. E' più forte in porta e forse anche in difesa. Centrocampo siamo lì. Entrambi forti ma con caratteristiche e qualità differenti. San Siro non sarà tutto rossonero, naturalmente, ma il Milan e i milanisti dovranno scatenare l'inferno per vedere i diavoli in campo. L'Inter era più forte anche lo scorso anno ma lo scudetto è andato a milanello. Quest'anno in campionato e in Champions siamo lì, solo in Supercoppa il Milan si è presentato malissimo e le ha prese. Godiamoci questo derby. Siamo già in clima partita.
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