Napoli, una cavalcata incredibile per un finale atteso da 33 anni

L’attesa aumenta il desiderio e trentatré anni hanno contribuito a creare un sogno pari a un’utopia, che nella serata di ieri è diventato realtà in quel di Napoli. Lo scudetto tricolore torna alle pendici del Vesuvio, questa volta non sarà Diego Armando Maradona ad alzare la coppa al cielo, ma Giovanni Di Lorenzo.
Inutile negarlo, in pochi a inizio stagione avrebbero scommesso sul Napoli campione d’Italia, soprattutto considerando le partenze estive. Eppure gli azzurri hanno fatto ricredere tutti a suon di vittorie in una stagione che ha superato ogni più florida aspettativa.

Un inizio che poteva illudere, un finale che Napoli attendeva da 33 anni

Pronosticare un finale del genere era quasi impossibile a luglio quando le vecchie bandiere azzurre hanno lasciato spazio alle folli idee del direttore sportivo Cristiano Giuntoli. Chiamiamola fortuna o intuizione, che di si voglia questo scudetto porta in primis il nome del ds azzurro.
Gli occhi più attenti hanno iniziato a notare l’approccio diverso di questo Napoli già nella prima uscita stagionale, a ferragosto, al Bentegodi dove contro l’Hellas Verona si centra la prima vittoria per 2-5. Poi l’esordio al Maradona, oltre i limiti della perfezione per il ventiduenne georgiano che mette a segno una doppietta contro il Monza. Da li in poi è verosimilmente tutto in discesa per il Napoli che annichilisce chiunque si presenti al suo cospetto rimediando qualcosa come 25 vittorie, 5 pareggi e 3 sconfitte.
La squadra di Luciano Spalletti è inarrestabile e il punto di forza è proprio la consapevolezza di esserlo. La mentalità fa gioco, non sempre arrivano le prestazioni in campo, ma quasi mai si torna a casa a mani vuote.

Napoli e la vetta mai a rischio

I partenopei trovano la vetta in solitaria il 10 ottobre e non la mollano mai, continuano a vincere e si allungano su tutti. Stabiliscono un primato nella prima parte di stagione, sono campioni d’inverno con un vantaggio senza precedenti sulla seconda, 12 punti sul Milan. 41 punti ottenuti sui 45 disponibili. Numeri mai visti prima d’ora, complice il filotto di vittorie consecutive che vede annientare Spezia, Milan, Torino, Cremonese, Bologna, Roma, Sassuolo, Atalanta, Empoli e Udinese.

Qui c’è la mano di Diego

Il 19 marzo toccano il punto più alto ed è già festa, la Lazio inseguitrice dista ben 19, infiniti, punti. È un Napoli schiacciasassi, non conosce rivali e prosegue per la sua strada indisturbato. Arriva la sbavatura Champions, ma non preoccupa più di tanto, Partenope ha il tricolore in tasca e procede per obiettivi.
È una squadra da record, miglior attacco e miglior difesa, rispettivamente con 69 gol fatti e solo 23 subiti. Dopo il pari di Udine arriva a 80 punti in classifica e la matematica sorride alla terra del vulcano dormiente.
Napoli rinasce, da uno sguardo al cielo e ringrazia Diego per aver allineato i pianeti e scelto l’anno della sua Argentina proprio come accadde nel 1986/87.

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