A distanza di tempo l’affetto per Michael Schumacher non cala mai e ora una rivelazione ufficiale mette i brividi a tutti i tifosi
La storia dello sport è fatta di cicli e nessuno lo sa meglio dei tifosi ferraristi. Nella seconda metà degli anni ’70, con i tre titoli mondiali di Lauda e Scheckter sembrava aprirsi un ciclo, ma poi hanno dovuto aspettare più di 20 anni con Michael Schumacher per fare festa.
Un digiuno lunghissimo che anche il campione tedesco sembrava non poter interrompere. Era arrivato nel 1996 fortemente voluto dall’avvocato Agnelli anche dopo la morte tragica di Ayrton Senna, che era in realtà il primo candidato. Con la Benetton, insieme al gruppo di lavoro guidato da Flavio Briatore, aveva già mostrato tutte le sue doti ma era comunque una scommessa.
A Maranello intanto però prima di lui stavano già lavorando Jean Todt e Ross Brawn che un pezzo dopo l’altro hanno messo insieme un puzzle bellissimo e vincente. Così dal 2000 finalmente è ricominciato un periodo dominante e vincente, tutto con il marchio del Kaiser.
Anche se successivamente è arrivato il titolo Piloti con Kimi Raikkonen nel 2007, poi le vittorie in serie di piloti fenomenali come Fernando Alonso e Sebastian Vettel, quella magia non è più tornata. Come se la Ferrari fosse ancora troppo legata al ricordo di Schumi per riscattarsi e voltare pagina in maniera definitiva.
Michael Schumacher, rivelazione ufficiale: il paragone è molto importante
Una sensazione comune a tutti quelli che varcano la porta di Maranello, anche se ognuno la vive in modo diverso. Charles Leclerc, al suo quinto anno in Ferrari ormai conosce bene quello che significa la pressione di indossare certi colori e guidare una certa monoposto.
Adesso lo sa anche Frederic Vasseur che l’ha sempre vissuta da avversario. Il manager francese ha avuto un debutto di fuoco nelle prime tre gare stagionali e soltanto adesso finalmente la squadra sta rispondendo, come dimostrano i risultati di Baku.
Ma lui non molla e non lo ha fatto nemmeno il monegasco che ha per ora una fiducia incondizionata nella Rossa. Ecco perché Vasseur, parlando con i media, ha fatto un paragone importante.
Ha spiegato una volta di più che non può immaginare il progetto Ferrari senza Leclerc, perché lui è anche coinvolto nello sviluppo del team e la squadra cresce con lui. “Ogni team si costruisce sempre intorno a un pilota come è successo con Lewis alla Mercedes, Michael alla Ferrari, Alonso alla Renault. Negli ultimi vent’anni è sempre stato così”.
Una bella investitura per Leclerc, ma anche parole che saranno fischiate nelle orecchie di Carlos Sainz perché significa uscire allo scoperto dicendo chi è la prima guida Ferrari. Un’uscita non a caso, proprio ora che ci sono i due contratti da ridiscutere e sappiamo già come andrà a finire.