La fretta di Ceferin nel punire la Juventus tradisce solo nervosismo. Il capo dell’Uefa è irritato dall’idea di perdere potere e di vedere smantellata l’organizzazione che dirige a causa di chi continua a credere in un progetto alternativo. La Superlega (stra riveduta e stra corretta) non è affatto seppellita. Se le spallate della giustizia sportiva contro Juventus e Barcellona non sortiranno risultati ne vedremo ancora delle belle perché i grandi club non hanno voglia di rinunciare a una torta da ottocento milioni. Ecco perché fior di avvocati e un impegno su vasta scala porteranno avanti un’offensiva che mira a demolire le imprese della giustizia sportiva e del presidente federale Gravina. Se una curva (quella bianconera) non è stata squalificata a causa di un cavillo che ha messo in luce una inadempienza legale di 12 minuti si può intuire quanto sia attento il lavoro della Juve per non lasciar passare nulla. La società è decisa a portare avanti la sua battaglia ponendo attenzione anche all’aspetto competitivo per i prossimi anni. Il quadro dirigenziale va completato con innesti di peso. Non solo Giuntoli nel mirino, ma anche un possibile grande ritorno, quello di Beppe Marotta. Il dirigente dell’Inter è concentratissimo sulla sua squadra avendo già raggiunto la finale di coppa Italia e la semifinale di Champions. Un autentico miracolo se si considerano le forti difficoltà del club alle prese con una proprietà dal futuro incerto. È sicuro che sondaggi da parte della Juve siano stati compiuti ma, al momento, ogni decisione sarebbe prematura. Ricordiamo che fu proprio John Elkann a scegliere Beppe Marotta e a portarlo alla Juve. Fu invece il cugino Andrea a mandarlo via, ma la stima del proprietario bianconero nei confronti di Marotta non si è mai spenta. Discorso analogo anche per Alessandro Del Piero. Andato via durante la gestione Agnelli potrebbe rientrare attraverso Elkann. Problematiche, invece, diverse per l’allenatore. Siamo convinti che un ripensamento attorno al nome di Allegri vada espresso. L’allenatore ha certamente il merito di aver tenuto le redini della squadra in un momento molto difficile, ma mette i brividi la prospettiva di pensare al futuro con un’idea di gioco sempre legata a giocatori dal grande passato. L’accoppiata Giuntoli-Spalletti ha dimostrato, col Napoli, che si possono trasformare in campioni anche giocatori semi sconosciuti e con la voglia di affermarsi. Lo stesso binomio ha avuto l’abilità di recuperare alla causa giocatori dati ormai per dispersi. Entrambi i fattori risultano sconosciuti all’attuale allenatore bianconero. Una riflessione va compiuta prima di qualsiasi riconferma effettiva, anche se contestualizzata.
Rimanendo sul fenomeno Napoli e sulla splendida cavalcata scudetto occorre, però, uscire dai luoghi comuni e dalle parole fatte quali “riscatto” o “popolo”, questo è lo scudetto di Napoli senza allargare il campo a tutto il Sud. Davanti al rispetto delle regole torniamo nazione e ognuno ha il diritto di badare ai propri interessi. Il presidente della Salernitana Iervolino è, infatti, infuriato per il posticipo imposto alla sua squadra: “Sono molto dispiaciuto. La certezza del calendario è un punto centrale della serietà di un’industria come la nostra. È un precedente molto grave perché viene premiato chi ha fatto più pressione. Non ne faccio un dramma, ma questa decisione ci penalizza sotto tanti punti di vista, come ad esempio il tempo ridotto che avremo per preparare la gara con la Fiorentina. Non si è tenuto conto delle nostre esigenze, abbiamo assistito alla mortificazione della dignità di una squadra rispetto a un’altra. Mi auguro non capiti più. Provo grande amarezza per il mancato coinvolgimento della Salernitana… A Napoli non faremo le comparse”.
E vogliamo parlare della solidarietà del tifo? Il disappunto della Curva Sud del Benevento è stato scandito con un comunicato: “Abbiamo appreso tramite gli organi d’informazione che si sta, forse, pensando ad organizzare una festa itinerante per la vittoria dello scudetto del Napoli con gran parte delle città della Campania coinvolte, tra cui Benevento. Esordiamo nel sottolineare che la vittoria del club azzurro non può fare altro che piacere, così come fa piacere vedere qualsiasi squadra campana ottenere buoni risultati nei tornei in cui milita, siano esse tifoserie amiche o rivali. In merito alla possibile iniziativa di una festa itinerante, però, esprimiamo tutto il nostro disaccordo…Facciamo i nostri auguri al Napoli ma, Benevento, adesso, deve pensare ad altro…
Qui ai più giovani insegniamo a tifare Benevento”.
Comunque è impossibile pensare che la festa scudetto del Napoli resti confinata fra le mura del San Paolo. Certamente tutta la città e la provincia saranno coinvolte così come tanti napoletani in giro per l’Italia o per il mondo. Ma non sarà celebrazione identitaria di un territorio con nostalgie di un passato pre unitario. Da queste parti non ci pensano proprio.
Paolo De Paola