Il quadrangolare romano-milanese consueto del calendario – ovvero la tradizione quasi annuale dell’incocciare nella doppia sfida tra le due della Capitale e le due di Milano nella stessa giornata, così come si ripeterà tra 7 giorni – vede Roma e Milan favorite a qualificarsi se tutto rimarrà com’è, ovvero in caso di doppio pareggio. Ovviamente la Lazio resta la prima candidata alla Champions e anzi si può considerare ampiamente dentro, con il +5 attuale su giallorossi e rossoneri che ancora in caso di sconfitta contro l’Inter e pareggio delle altre due, rimane in prospettiva comunque un potenziale vantaggio che può anche crescere a sei punti considerato il calendario laziale migliore di tutte le altre.
Ovvio, in tutto questo consideriamo la Juventus comunque fuori, perché la doppia sanzione arriverà comunque, e se magari alla fine il risultato totale fosse un finale -15 di penalizzazione, allora quella che le subentrerebbe in Europa sarebbe la prima delle altre, ovvero l’ottavo posto al momento in contenzione tra Bologna, Monza, Fiorentina, Torino, Udinese e Sassuolo, sei squadre in quattro punti (sempre che non sia la Fiorentina a vincere la Coppa Italia, esito che in quel caso toglierebbe quell'ultima piazza europea al campionato).
Con Lazio sicuramente dentro a prescindere anche perdendo a San Siro, all’Inter invece la vittoria serve come il pane per ribaltare la situazione. Al momento quei 2 punti attuali di ritardo sono destinati a rimanere tali se il calendario interista – il più difficile in assoluto – segue il suo corso naturale.
L’Inter ha bisogno di forzare almeno un risultato per risucchiare la Roma, quella al momento con il calendario leggermente peggiore tra lei e il Milan. Battere la Lazio sarebbe un inaspettato successo per i nerazzurri, solo in quel caso il pareggio per Roma e Milan non sarebbe più sufficiente, nella fattispecie per la Roma con percorso più impegnativo.
A proposito di Europa, venerdì pomeriggio è passata sotto silenzio una notizia potenzialmente dai risvolti rivoluzionari. L’Uefa ha lanciato un gruppo di lavoro di 11 rappresentanti dei diversi stakeholder del mondo del calcio, promosso dal Club Licensing Committee presieduto da Gravina. Un gruppo di lavoro voluto espressamente da Ceferin per indagare la sostenibilità futura del mondo del calcio. Fin qui molto politichese, ma la bomba è nascosta tra le pieghe del comunicato. Perché questo Working Group presenterà il prossimo 28 giugno al Comitato Esecutivo uno studio di fattibilità in merito all’applicabilità del salary cap nel calcio. Probabilmente verrebbe calcolato al netto delle tasse dei diversi stati. Ma se approvato, capite bene perché ho utilizzato il termine rivoluzione: vorrebbe dire nel mondo del calcio un limite salariale comune a tutti del monte stipendi totale di una rosa.