Si ritorna nuovamente a parlare di doping. Questa volta in tutt’altra disciplina, purtroppo però non esente da determinate dinamiche
Il doping, come detto a più riprese, è una tematica molto delicata. Coinvolge numerosi sport, e purtroppo non è esente dall’insidiarsi anche nei contesti apparentemente più “puri”. Ci sarà sempre qualche caso, anche nella disciplina storicamente meno avvezza a certe dinamiche illecite. In questo caso si parla di atletica leggera, disciplina olimpionica storicamente ampiamente regolamentata. Tuttavia ciò non è bastato. Così ci si ritrova a dover parlare del solito caso di cronaca. Questa volta con un meccanismo differente.
Uno dei volti più noti di questa disciplina è quello di Tara Davis-Woodall. L’atleta statunitense ha una bacheca di trofei tale da essere riconosciuta come fuoriclasse di tutta la categoria. Lunghista e ostacolista, viene riconosciuta da tutti i suoi spasimanti come un’atleta di grande valore. Purtroppo però questo caso di cronaca non le renderà giustizia. Anzi, probabilmente la metterà sotto una luce pessima. Rischiando addirittura di perdere la fiducia del suo pubblico. Inevitabile che accada, se si leggono certe cose.
Nel 2020 ha conosciuto probabilmente il suo massimo splendore, ma oggi tutto è cambiato. Di fatti è stata privata del suo titolo indoor causa positività al doping. Ennesima situazione equivoca, per uno sport che di per sé ha sempre avuto a che fare con certi argomenti così scottanti. Quanto emesso dall’agenzia anti-doping degli USA parla in maniera chiara: l’atleta coinvolta non la passerà liscia.
La sostanza a cui l’atleta è risultata positiva è il THC, ovvero il principio attivo della cannabis. Il campione in questione è stato raccolto proprio durante una gara indoor, che ha vinto nella disciplina del salto in lungo. Il nome della competizione è il seguente: “USA Indoor Track and Field Championships 2023”.
Doping nell’atletica leggera: squalifica pesante
Nel settore dell’atletica leggera c’è stato l’ennesimo caso di doping. Tara Davis-Woodall è risultata positiva al THC. Sostanza che, stando a ciò che sostiene l’USADA (la federazione apposita, ndr), è severamente proibita. Pertanto, in caso di positività, ci saranno sicuramente dei provvedimenti. Inizialmente la sospensione per l’atleta era di tre mesi, poi però c’è stata una revisione.
La squalifica durerà infatti un mese, considerando che la diretta interessata si è sottoposta ad un programma di trattamento. Programma previsto per coloro che abusano di certe sostanze. Dal 17 febbraio in poi ogni sua partecipazione non ha più valore. Cosa che condizionerà non poco la sua bacheca di trofei.