Pep Guardiola (ANSA)
Ieri sera si è giocato l’attesissimo big match di Premier League tra Manchester City e Arsenal. Un incontro che ha visto il Manchester City trionfare sulle ali delle grandi prestazioni delle sue star e prendersi un potenziale vantaggio di 4 punti sull’Arsenal. Potenziale perché i Citizens nella classifica reale hanno da recuperare ancora 2 punti per acchiappare i Gunners, pur con due gara in più ancora da giocare. Così, il titolo inglese ha imboccato, forse definitivamente, la via della città di Manchester.
Il 4-1 dell’Etihad, ieri sera, ha in qualche modo confermato quella che era l’impressione: nel confronto diretto il City è ancora superiore all’Arsenal. La squadra di Arteta però era riuscita ad arginare la grande rincorsa del City grazie ad una buona continuità negli altri match. I Gunners avevano avuto un calo già nel mese di febbraio. In concomitanza col match di andata perso contro il Manchester City all’Emirates, la squadra di Arteta aveva ceduto anche contro l’Everton del neo tecnico Dyche. Tuttavia, allora il City non approfittò dello scivolone perdendo a sua volta col Tottenham. Nel mese di aprile, però, le cose per l’Arsenal sono precipitate. Prima della sconfitta di ieri, nelle ultime quattro gare di Premier League la formazione londinese ha collezionato quatto pareggi che le sono costati il sorpasso potenziale del City. Guardiola e i suoi ieri hanno aumentato questo potenziale gap con una grandissima prestazione.
Dopo una stagione in cui l’Arsenal ha condotto la classifica di Premier League a lungo, un trionfo del Manchester City suonerebbe come beffa. E non rispetterebbe il famoso detto “l’alunno (Arteta) supera il maestro (Guardiola). Ma questa è l’indicazione ultima di un campionato che vede nel Manchster City di Pep Guardiola la sua squadra migliore, per distacco. Oltre alla seconda semifinale di Champions League consecutiva, il City tra i confini inglesi potrebbe mettere le mani sul 5° titolo inglese in 7 anni. Un dominio quello del Blue Moon paragonabile, dalla fondazione della Premier League nel 1992, solo a quello dei “cugini” dello United all’epoca di Sir Alex Ferguson. Un Wonderwall (in onore dei fratelli Gallagher, i più celebri tifosi Citizens) di successi che solo un fenomeno come il tecnico catalano può, potrebbe affrescare.
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