Mancano poche ore al calcio d’inizio di Inter-Juventus, sfida valida per il ritorno della semifinale di Coppa Italia. Si riparte dall’1 a 1 dell’andata, con i nerazzurri che potranno contare sul favore del pubblico di casa.
Nei primi 90 minuti non sono mancate, come questa partita ci ha storicamente abituati, le polemiche: vuoi per delle decisioni arbitrali, vuoi per i battibecchi riguardanti i calciatori ed i tifosi. Nel match di San Siro dunque la sfida sarà da vincere, per entrambi i club, anche dal punto di vista del fair play.
Ai microfoni di SPORTITALIA è intervenuto in esclusiva l’ex centrocampista Antonio Di Gennaro, per parlare del derby d’Italia e non solo.
La finale di Coppa Italia in palio, ma anche altro: si spera in una sfida più “pulita”, oggi?
“Questa è la cosa più importante, visti i tanti episodi che hanno fatto parlare dopo l’andata ed i brutti incidenti dentro e fuori dal campo. Deve parlare il campo, appunto, e basta”.
Sul campo, come arrivano le due squadre?
“E’ una sfida da 50 e 50, del tutto equilibrata, come dimostra il risultato dell'andata. Entrambe hanno avuto alti e bassi nel loro percorso, ma stasera si azzera tutto”.
I bianconeri sono al centro di molte vicissitudini, anche fuori dal rettangolo verde.
“Sì ed ora come ora la Juventus può aver avuto una spinta dal punto di vista dell'autostima da questi 15 punti che ha ritrovato. Può essere ben augurante per la squadra di Allegri in Coppa Italia che in campionato ed in Europa League. Anche se dal punto di vista del gioco qualcosa manca”.
E l’Inter?
“Inzaghi si gioca moltissimo in queste settimane. Perché oggi è da dentro o fuori, ma in pratica ogni sfida di campionato lo sarà, è un periodo fondamentale per i nerazzurri”.
Come si spiega la differenza di rendimento avuta dai nerazzurri, fra campionato e coppe?
“È abbastanza inspiegabile considerando l'organico a disposizione di Inzaghi. Per esempio è una squadra che ha preso decisamente troppi gol e non so quanto possa aver pesato in questo la questione-Skriniar. Lo stesso discorso fra l'altro vale anche per la Juventus, che se avesse avuto a disposizione tutto l'anno i vari Chiesa e Pogba, magari avrebbe fatto un percorso diverso”.
I 15 punti tolti in che modo possono aver influenzato la squadra di Allegri?
“Vedersi togliere 15 punti sicuramente ha pesato, Allegri ha dovuto fare un certo tipo di lavoro dal punto di vista mentale e della convinzione dei propri giocatori, per non fare perdere la rotta. Ma la sua squadra è lì ancora a giocarsela, perché ha una rosa forte”.
Fra Champions, Europa League e Conference, quanto può sperare l’Italia?
“Possiamo sperare tanto, perché tanti parlano di fortuna, ma io non vedo tutta questo ruolo della buona sorte. Mi ricordo di quando commentai la finale di Champions tra Liverpool e Tottenham, con due squadre che dovevano uscire i gironi ed invece arrivarono fin lì contro ogni pronostico. In Europa capitano una situazioni così quando combaciano una serie di fattori e bisogna dare merito ai nostri club".