Basterebbero un po’ di date per far capire il grado di confusione della giustizia sportiva in Italia.
Il 27 maggio 2022 c’è il primo pronunciamento sulla vicenda plusvalenze: proscioglimento per tutti.
Il 20 gennaio 2023 si cambia: penalizzazione per la Juve e inibizioni ai dirigenti.
Il 20 aprile 2023 tutto da rifare. Il Collegio del Coni rimanda il procedimento alla Corte di Appello (terza volta), alla quale chiede di rinnovare la propria valutazione non sulla revocazione, bensì sulle motivazioni e le sanzioni adottate.
Ora, ipotizziamo pure, entro il 10 maggio, il terzo round in Corte d’Appello che avrà una composizione diversa. Se ci sarà una nuova penalizzazione, la Juve avrà 30 giorni per un ennesimo ricorso al Collegio di Garanzia che, di conseguenza avrà 60 giorni per fissare una nuova udienza. Magari sotto gli ombrelloni all’interno del cortile del Coni, perché, nel frattempo, arriviamo a luglio.
Siamo sicuri che tutto questo sia normale? Come si possono immaginare sanzioni con un campionato già ampiamente terminato (4 giugno)? Evidentemente dovranno riguardare la prossima stagione. In tal caso, chiediamo al Procuratore Federale Giuseppe Chinè quale sarà, eventualmente, il regime “afflittivo”, con tutte le squadre appaiate ai nastri di partenza a zero punti? Ricordiamo il precedente del Milan che dopo la sentenza su Calciopoli (2006) disputò serenamente la Champions riuscendo a vincerla (2007). Ci sfugge l’afflittività di quella sentenza, ma non ne sentiamo minimamente il rimpianto. Serve solo a rammentare che, 17 anni fa, si è agito in maniera diversa.
Abbiamo forzatamente sintetizzato perché, finora, il povero lettore, ma anche il semplice tifoso, è stato bombardato dalle tesi più disparate. Fra colpevolisti e innocentisti lo scontro è diventato così duro da creare un solco di disinformazione. Attingere solo alle fonti dell’accusa non è un lavoro ortodosso e neppure giornalisticamente corretto. Comprendere anche le ragioni della difesa evita di rimanere sorpresi davanti a ciò che il Collegio di Garanzia del Coni non poteva assolutamente evitare di stabilire. Ma non è un ragionamento che riguarda solo l’informazione. È il concetto di giustizia sportiva ad essere sotto esame. Non è più sopportabile una tale difformità di giudizio ad ogni grado. E poi, alla giustizia, si chiede di essere uguale per tutti. Già, proprio tutti, come per Calciopoli…, con uno scudetto assegnato che ancora suscita scalpore. Ma davvero a nessuno viene in mente di cambiare qualcosa? Magari anche solo l’aria. Come finirà stavolta? È bene riferirsi ad alcuni parametri generali. Un precedente ha riguardato, di recente, il presidente della Lazio, Lotito, che è passato da dodici mesi a due mesi di inibizione per la vicenda tamponi. Stesso percorso di andata e ritorno in Corte d’Appello dopo pronunciamento del Collegio di garanzia. È prevedibile uno sconto anche per la Juve. Non è esclusa un’ammenda o una piccola penalizzazione nella prossima stagione. Così è se vi pare. Le sentenze si rispettano, ma si discutono pure. Soprattutto se vengono continuamente ribaltate. Il lavoro del giudice Torsello è stato respinto. “Giustizia sportiva da riformare”, lo dice il ministro Abodi.
Paolo De Paola
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