Le lacrime di Nicolò Fagioli ci hanno colpito non poco. E forse i tre quotidiani sportivi (meno di 130 mila copie al giorno vendute mediamente in tre nel mese di febbraio, ormai il mondo ha preso un’altra direzione) avrebbero dovuto trattare l’argomento con una profondità e un’attenzione diverse. Partiamo da un presupposto: Allegri si è accorto di Fagioli soltanto quando gli infortuni a catena gli hanno tolto quasi tutte le operazioni di mercato della scorsa estate. Se non fosse accaduto, difficilmente Nicolò avrebbe avuto spazio, difficilmente avrebbe segnato quel gol a Lecce in un momento molto delicato, difficilmente si sarebbe parlato di lui. Poi tutti si riempiono la bocca “Allegri ha lanciato di qua, Allegri ha lanciato di là”, quando è esattamente il contrario. Ora, se dai fiducia a un ragazzo che ha dimostrato di meritarla dovresti fare in modo di non stangarlo dopo un errore sia pur importante. Come quello che ha spalancato la porta a Defrel per la felicità del Sassuolo. Noi lo avremmo tenuto in campo fino all’ultimo secondo di recupero, non ci sono dubbi. Oppure avremmo aspettato almeno altri 10 minuti prima di sostituirlo. I soloni del nulla ci risponderanno che quella era una sostituzione programmata, i soliti tappeti stesi per giustificare l’allenatore. Ma cosa significa? Io ho prenotato alle Maldive, poi se mi dicono che alle Maldive c’è allerta meteo ci vado lo stesso oppure cambio itinerario? Nella vita non ci sono schemi prefissati e prestabiliti a prescindere, ma decisioni che prendi e che cambi in base agli eventi. Altrimenti inserisci un pilota automatico per 10 anni a prescindere da qualsiasi cosa. Un allenatore dovrebbe essere pagato soprattutto per questo, nel caso di Allegri poi è pagato così profumatamente che – se sbagliasse certi passaggi essenziali – mi farei restituire ogni fine mese parte di quei soldi. Allegri ha una fenomenale copertura mediatica, ma se chiudesse la seconda stagione in bianconero senza un titolo sarebbe un disastro con pochissimi precedenti nella storia della Juve. E magari riuscirebbero ad elogiarlo anche in quel caso, la colpa sarebbe di un altro. Nicolò Fagioli è troppo più forte per occuparsi di queste chiacchiere: gli auguriamo un futuro senza cotiche, è un piatto saporito e gustoso così com’è. Non solo senza cotiche, ma possibilmente senza Allegri.
Ieri la “Gazzetta dello Sport” ha pubblicato una notizia che sarebbe stata grave se avesse avuto una profondità. Ovvero che il club stesse addirittura pensando a un premio Champions, sarebbe stato un disperato tentativo nella rincorsa (oggi complicata) al quarto posto. Abbiamo verificato e abbiamo avuto zero riscontri, lo diciamo con rispetto verso chi l’ha scritto. Ma era una notizia sbagliata. Il premio sarebbe stato offensivo nei riguardi di chi ogni mese stacca un tagliando complessivo da decine di milioni di euro. Inserire il premio avrebbe avuto lo stesso effetto di un autogol di Niccolai. Bisognerebbe concepire presto una strada diversa nel fare i contratti: bonus e controbonus se Tizio fa bene, ma se facesse male – questo è il caso – non potrebbe essere pizzicato sul portafoglio in modo sostanziale? Troppo comodo chiedere quando le cose vanno bene e non restituire qualcosa quando le cose vanno malaccio. L’Inter è una perdizione mediatica: la stessa fonte nel giro di 10 ore garantisce che Inzaghi salterebbe sicuro in caso di elimInazione dalla Champions stasera. Questo 10 ore prima. Perché 10 ore dopo la tendenza è quella di scrivere l’esatto contrario, ovvero che Inzaghi resterebbe anche in caso di eliminazione. Simone deve turarsi il naso e staccare il tagliando per la semifinale mandando a gambe levate il Benfica. Non basterebbe per ritrovare il sorriso, ma almeno per tirare a campare e per rinviare quanto sembra oggi inevitabile a fine stagione.
Una chiusura rapida sul Sassuolo si impone, visto che stiamo parlando di una bottega straordinaria e carissima. Base d’asta: 40 milioni, è la cifra per tutti, con il non trascurabile particolare che molto spesso il precisissimo Carnevali riesce a ottenere quei soldi. Fateci caso: Locatelli è andato via a qualcosa in meno, ma la cifra richiesta era quella. Per Raspadori c’è stato lo sconto al Napoli dell’ultimo minuto, ma sempre da 40 eravamo partiti. Scamacca al West Ham con i bonus per andare oltre i 40. Berardi è la bandiera: la cifra era di 40 abbondanti fino a tre anni fa, poi anche 30 con bonus prima del rinnovo, adesso che si è legato quasi a vita al club ci vorrebbe una situazione oggi non pronosticabile. E nel bel mezzo di questo panorama, un centrocampista forte come Davide Frattesi non potrebbe partire da una base sotto i 40, anche perché il Sassuolo dovrebbe dare il 30 per cento alla Roma e ne incasserebbe “soltanto” 28. Quindi, vedrete che l’asticella non si abbasserà, al massimo si alzerà. Prendete la targa di Laurienté, oggi siamo a 28-30, altri tre gol e due assist e anche per lui andremo a quota 40, cifra fissa a Sassuolo tra un piatto di tortellini, un bicchiere di lambrusco e la Juve ultimo scalpo portato a casa.