ESCLUSIVA SI Salvio: “Occhio al Benfica: la Juve lo sa. Lautaro un top”

Il Milan chiama, ora tocca all'Inter rispondere: questa sera i nerazzurri dovranno difendere i due gol di vantaggio accumulati nel match d'andata contro il Benfica, per raggiungere i rossoneri in semifinale di Champions League. Un traguardo che, in casa nerazzurra, non viene raggiunto dalla stagione 2009/2010. 

Per parlare del match di San Siro, ai microfoni di SPORTITALIA è intervenuto un giocatore che ha lasciato il segno nella storia recente a Lisbona per nove stagioni, condite da 266 presenze ed 11 trofei, oltre che due finali di Europa League: Eduardo Salvio, esterno argentino oggi in forza al Pumas Unam, in Messico. 

Come va la tua esperienza in Messico?

"La mia esperienza in Messico è buona. Sono felice di essere in un grande club. Venire qui è stata una bella sfida, ma sono contento e spero di fare cose importanti per la squadra".

Al Benfica hai giocato e vinto tanto: cosa rappresenta per te questo club?

"Il Benfica è casa mia. È un club che amo molto, sono stato lì per tanti anni, ho passato momenti incredibili con tante persone meravigliose. In quegli anni abbiamo vinto tanti titoli, ho passato le stagioni migliori della mia carriera. È un club al quale sono molto grato, così come lo sono verso i suoi tifosi. Per me il Benfica è la cosa più bella che ci sia. Sono grato di far parte della sua storia".

Qual è il segreto di questo club? Ogni anno è competitivo e scopre nuovi campioni.

"Il segreto è il fatto che facciano un ottimo lavoro ogni anno e ad ogni livello. Non è da ora che è competitivo: hanno una grande struttura alle spalle. Gestiscono tutto molto bene. Ogni anno escono nuovi ragazzi con grande talento, ogni giorno si concentrano sull'essere migliori, sulla crescita e lo stanno dimostrando".

Stasera il ritorno contro l'Inter. La rimonta è possibile?

"L'Inter ha accumulato un buon vantaggio, ma il Benfica è una grande squadra e lo ha fatto vedere per tutta la durata di questa Champions League. Ha avuto un calo in queste ultime partite, ma ha il livello, l'allenatore ed i giocatori giusti per rialzarsi e fare una grande prestazione a San Siro. D'altronde, il percorso fatto fino a qui parla da sé".

Sì, il cammino dei portoghesi è stato sorprendente.

"Lo ha dimostrato nelle partite contro il PSG e contro la Juventus, che sono squadre molto forti. Il Benfica però è stato all'altezza. Sia in casa che in trasferta, se l'è sempre giocata alla pari. Il Psg è stato a tratti superiore, ma la Juventus l'ha battuta nettamente in entrambe le partite. Ha dimostrato di poter affrontare qualsiasi squadra in Champions League".

L'Inter si affida a Lautaro Martínez, con cui hai condiviso la Nazionale argentina. Cosa ne pensi di lui?

"E' un grande giocatore, di primissimo piano. Da tempo sta dimostrando di essere un grande attaccante. Molte squadre vorrebbero averlo. Il livello che ha raggiunto non mi sorprende, ma non ha ancora raggiunto il suo massimo e credo che possa migliorare ancora molto".

Cos'hai provato ad esordire in Nazionale con Maradona in panchina?

"Il debutto nella nazionale argentina con Maradona è stato incredibile. Per quello che rappresenta per noi argentini, averlo come allenatore e vederlo da così vicino, condividendo con lui la quotidianità… beh è stato emozionante, un momento che non dimenticherò mai. Una gioia enorme".

Se in panchina c'era Maradona, in spogliatoio c'era Messi: è il migliore di sempre?

"Allenarsi con Messi è una sensazione simile a quella di avere avuto a fianco Diego. Per me Leo è il più grande di tutti i tempi. È un giocatore che ha segnato un'epoca, unico. Sono grato di aver avuto la possibilità di giocare con lui, di condividere lo spogliatoio giorno per giorno e di aver giocato una Coppa del Mondo al suo fianco: è stato incredibile".

Rappresentare la Seleccion in quel Mondiale, nel 2018, cosa ha rappresentato per te?

"La cosa più bella che possa capitare a un giocatore. Tutti hanno il sogno di rappresentare il proprio paese in una Coppa del Mondo. Di così tanti giocatori che c'erano al tempo, essere in quei 23 è stato unico. È qualcosa che porterò sempre con me. È un orgoglio per me come per la mia famiglia essere stato parte di un Mondiale con la nazionale argentina".

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