Notti di sogni per un'atmosfera che il nostro calcio aveva troppo a lungo dimenticato e di cui invece si sta abbuffando nell'anno di grazia 2023. Vent'anni esatti di distanza dalla Champions League più “italiana” di sempre e due interpreti su tre di quel lotto, protagoniste della corrida che tra una settimana fornirà il suo responso, con grandi possibilità di presentare una semifinale totalmente “Made in serie A” e la conseguenza inevitabile di riportare una squadra del nostro calcio nella finalissima a 6 anni di distanza dalla sconfitta della Juventus a Cardiff contro il Real Madrid dell'allora nemico Cristiano Ronaldo.
Una nota di merito va sottolineata in favore di Simone Inzaghi. Il tecnico dell'Inter sta vivendo una situazione oggettivamente surreale dal punto di vista ambientale e di opinione pubblica, alla quale sta comunque riuscendo a garantire risposte che manifestano quel carattere che troppo spesso gli viene contestato come una delle principali carenze a livello di gestione dello spogliatoio.
Quella di Lisbona non era infatti la prima circostanza nella quale l'allenatore dell'Inter si accostava a 90 minuti che apparivano come la più classica delle “Roulette russe” da cui sarebbero dipese le sue percentuali di sopravvivenza professionale sulla panchina nerazzurra.
La risposta fornita dal Da Luz è stata però inequivocabile: l'Inter ha spostato con forza, determinazione ed un gioco coinvolgente i favori del pronostico, sradicandoli dalle tante lodi tessute al Benfica di Schmidt per impadronirsene esattamente come fatto con il risultato.
Un deja-vu che ha riportato alla doppia sfida con il Barcellona e a quella con il Porto: gare cui l'Inter si era accostata con la stessa sensazione di instabilità e da cui invece è sempre riuscita ad emergere vincente e rafforzata.
Per le valutazioni successive ci sarà tempo, anche perchè contestare un rendimento che comunque vada potrebbe riportare i milanesi tra le prime quattro squadre d'Europa a 13 anni di distanza dall'ultima volta sembra davvero complicato da comprendere. Soprattutto in presenza di un trofeo già messo in bacheca, di una semifinale di Coppa Italia in cui si è ampiamente in gioco e di una possibilità ancora aperta di entrare tra le prime quattro. Forse anche per questo motivo si susseguono le indiscrezioni legate alla possibilità che le riflessioni, a bocce ferme, possano scaturire dallo stesso Inzaghi.
Il derby italiano tra Milan e Napoli è stato invece la massima rappresentazione del calcio dell'una e dell'altra squadra, ovviamente con gli interpreti che Pioli e Spalletti avevano a disposizione. Il Napoli è stato quasi stordente per la facilità con la quale ha prodotto calcio nell'approccio alla sfida con i rossoneri. E' mancata la stoccata, elemento imprescindibile per rendere soddisfacente l'esito del primo confronto, ma stando alle parole di Spalletti Osimhen sarà a disposizione al Maradona e di conseguenza l'efficacia offensiva dei partenopei potrebbe essere rivoluzionata.
Considerazioni che non devono però nemmeno scalfire i meriti di un Milan tornato alla sua versione “De Luxe” nella notte più importante. Un collettivo solido, capace di soffrire quando è stato il caso di farlo, ma mantenendo sempre altissimo il livello di pericolosità grazie ai cambi di passo di un fuoriclasse in potenza come Rafa Leao e di un Brahim Diaz che sta finalmente mantenendo le promesse da predestinato descritte dalla sua ancora giovanissima parabola calcistica. Non si vestono per caso le maglie di Manchester City, Real Madrid e Milan a meno di 24 anni, e l'accelerazione che ha spaccato partita ed avversari ne è stata testimonianza eloquente.
Spostandoci sul piano del mercato, i contatti per il rinnovo di Leao riprenderanno dopo la gara di ritorno a testimonianza che le notizie che giungevano dal Portogallo e veicolate da Mendes descrivevano una situazione non (ancora) aderente alla realtà. Per Brahim Diaz è inevitabile pensare che in casa Real Madrid la crescita di rendimento del classe '99 non stia passando inosservata, aumentando le prospettive di riscatto da parte della Casa Blanca. Starà allora a Maldini, Massara ed alla volontà del giocatore trovare modo e maniera di prolungare la sua permanenza all'ombra della Madonnina.
In chiusura un approfondimento sulla Roma, che al di là delle discussioni legate al gioco di Josè Mourinho, è pienamente in corsa per i propri obiettivi e sta programmando il futuro con solerzia. Trovano riscontro le voci relative al forte interesse nei confronti di Aouar, in scadenza di contratto con il Lione. Un innesto di qualità assoluta ed a costo zero che rappresenterebbe la prosecuzione naturale del mercato low cost ma con grande pedigree che i giallorossi hanno privilegiato anche la scorsa estate. In attesa del confronto Mourinho-Friedkin che sancirà le prospettive di permanenza dello Special One all'ombra del Colosseo anche per il suo terzo anno di contratto.
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