Calcio

Milan-Napoli, il giorno dopo: rimpianto rossonero e nervosismo azzurro

Il day after del derby italiano di Champions League tra Milan e Napoli è velenoso. Il rosso ad Anguissa, le polemiche di Spalletti e il Milan che guarda già al ritorno, lasciano una coda polemica inspiegabile. Forse a Napoli non è stato ben digerito lo 0-4 di campionato, forse Spalletti non ha gradito il diverbio con Maldini. Sta di fatto che ieri a San Siro, nonostante una bella serata di calcio si è finiti a parlare dell’arbitraggio di Kovacs.

RAMMARICO MILAN COL NAPOLI IN 10

In casa Milan, al di là del polemico finale tra Calabria e il direttore di gara romeno, il pensiero è già a martedì. I rossoneri arriveranno con un gol di vantaggio che, per come era incanalata la gara, sta stretto ai rossoneri. La traversa di Kjaer e gli ultimi 20 minuti in superiorità numerica, sfruttata male, lasciano rammarico. Anche lo stesso Pioli ha ammesso che avrebbe voluto segnare un gol in più per arrivare al ritorno con un vantaggio consistente. Tuttavia, il Diavolo ha fatto una bella gara, ha imbrigliato un Napoli molto limitato dall’assenza di Osimhen, ha saputo trarre vantaggio dai punti deboli partenopei e ha giocato la sua gara senza farsi coinvolgere troppo dal nervosismo della squadra di Spalletti.

NAPOLI TROPPO NERVOSO

In una gara già carica di tensione per via della posta in palio, il Napoli è arrivato alla gara col Milan fin troppo nervoso. La banda di Spalletti non può trincerarsi solo dietro l’arbitraggio di Kovacs, la sconfitta è arrivata perché ha lasciato qualche spazio di troppo alle ripartenze rossonere. La continua richiesta di intervento sanzionatorio a cominciare da quella per la bandierina sradicata da Leao, non ha fatto altro che innervosire gli stessi giocatori del Napoli. Una situazione evitabile in una gara in cui gli Azzurri hanno dimostrato di poter far male al Milana anche in 10.

Il nervosismo latente ha provocato l’ammonizione di Kim, pesantissima per la gara di ritorno. Martedì Spalletti conta di avere Victor Osimhen, ma l’assenza del suo difensore migliore peserà, come peserà quella di Anguissa, giustamente espulso. Le sue ammonizione, per quanto “leggere” dal punto di vista del gioco, sono ineccepibili a termini di regolamento.
L’unica colpa imputabile al direttore di gara e il cambio repentino di metro sanzionatorio avuto tra primo e secondo tempo.

Stefano Francesco Utzeri

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