Champions, ci siamo. Oggi scenderà in campo l'Inter contro il Benfica, mentre domani sarà il turno di Milan e Napoli. Non c'è più tempo per prepararsi o cambiare: in 180 minuti le italiane si giocano il sogno di continuare in Europa, accedendo alle semifinali.
Ai microfoni di SPORTITALIA è intervenuto José Luis Vidigal per parlare sia della sua ex squadra rimasta in corsa (il Napoli) che delle avversarie portoghesi che attendono i nerazzurri, ma anche la Juventus in Europa League (lo Sporting Lisbona).
José, che effetto le fa vedere il Napoli in cima alla classifica?
"Orgoglio e felicità. Di Napoli ho il ricordo di come i tifosi vivano intensamente questo club. Si respira nella città. C'è tanta gente che lavora lì da quando c'ero io. I miei figli sono cresciuti lì. Dopo essermi sposato sono andato lì a costruire la mia famiglia".
I suoi figli parlano napoletano?
"Solo io, dai (ride, n.d.r.). Loro dicono sempre che se c'è un posto per il quale lascerebbero tranquillamente il Portogallo, questo è l'Italia. Ancora oggi sentiamo la città".
Si è immaginato come potrebbe essere la festa Scudetto?
"Ho vissuto cose meravigliose anche se in anni difficili. Momenti importantissimi. Me lo sono immaginato, siamo sempre più vicini, ma non riesco ad essere certo di cosa potrebbero fare per festeggiare il tricolore. Sarà una festa per tutta Italia, i napoletani sono ovunque".
Lo 0 a 4 con il Milan cambia qualcosa?
"Non è mai bello perdere. Se devo analizzare la partita, il momento, dico: meno male che sia arrivata ora questa sconfitta. Immaginati se il Napoli fosse andato a giocare la sfida la di Champions senza essere incorso in questa serata storta, rischiando quindi di averla in Europa. Sei stato avvisato, diciamo. Hai capito che non puoi mollare, dove hai sbagliato e che non può calare il livello di aggressività e di intensità perché lo paghi".
Gli Azzurri fin dove possono sognare in Europa?
"Arrivati a questo punto anche se sicuramente ci sono delle squadre più forti credo che tutte le squadre abbiano dei meriti e che possano giocarsela. Ogni partita andrà giocata, ad avere la meglio magari sarà chi curerà meglio i dettagli o sarà più fortunato. Se la squadra di Spalletti giocherà come sa potrà anche sognare come tutte le altre".
L'Inter contro il Benfica arriva da sfavorita, oggi?
"Commentando le partite ho visto da vicino quelli che sono i limiti della squadra di Inzaghi in questo momento. Il tecnico è in bilico e la sua squadra non riesce ad esprimere la qualità che ha. In questa situazione La soluzione più semplice è sempre quella di mandare via l'allenatore. Anche se è brutto. Anche se siamo a fine stagione".
Lo avrebbe cambiato anche prima di questa sfida?
"A volte serve una scossa. Perché l'Inter, come l'ho detto del Napoli – e vale anche per il Benfica – ha le sue carte da giocarsi per vincere la Champions. Sicuramente non arriva al meglio in questa sfida con il Benfica che si preannuncia molto difficile soprattutto in Portogallo".
La Juve affronterà un sorprendente Sporting Lisbona.
"Sì, sta stupendo molto soprattutto dopo l'arrivo di questo giovane tecnico Amorim. La stagione è un po' bugiarda: i punti che hanno raccolto e non descrivono bene quello che stanno facendo, la qualità che hanno ed il gioco che stanno esprimendo. E questo si vede quando nelle sfide secche hanno battuto squadre come l'Arsenal ed il Tottenham".
In questo caso, chi vede avanti?
"Sarà una sfida abbastanza tosta per entrambe, perché comunque La Juventus è abituata a questo genere di partite ed ha giocatori di classe mondiale. Non si può neanche paragonare l'investimento fatto da una parte e quello fatto dall'altra. I bianconeri partiranno leggermente avanti",
Beto a Udine sta vivendo la sua miglior stagione. Che ne pensa di lui?
"Non voglio dire di vederlo come un figlio, ma posso dire di essere stato il primo a notarlo. È cresciuto nelle squadre di periferia di Lisbona e non era nessuno al tempo. Ero tecnico allo Sporting, avevo bisogno di una punta per l'Under 23. Andai a vederlo e mi innamorai di lui. Dissi alla società: "Io questo lo voglio'. Purtroppo alla fine non si arrivò ad un accordo. Peccato: ha tanto potenziale ed il calcio italiano si adatta molto bene a quelle che sono le sue qualità Sono contento per lui crescerà ancora non abbiamo ancora visto tutto".
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