Andando ben oltre l'indecente finale di partita fra Juve e Inter, una considerazione s'impone su Simone Inzaghi che, pareggiando a Torino, ha spezzato la serie negativa di tre sconfitte consecutive in campionato, alle quali aggiungere le cinque vittorie bianconere di fila sui nerazzurri in tutte le competizioni, quattro delle quali senza subire gol.
Allo Stadium, martedì sera Marotta ha affermato: "Inzaghi ha la nostra fiducia e abbiamo un accordo pluriennale. In Coppa Italia e in Champions siamo ancora in corsa e siamo contenti, in campionato invece dobbiamo ritrovare la continuità che abbiamo smarrito e, se a fine stagione non dovessimo arrivare tra le prime quattro, dovremo rivedere tutti i nostri piani". Il primo a essere consapevole quanto il suo futuro interista dipenda dai risultati che avrà ottenuto è proprio Simone. Nel quale, però, la dirigenza interista deve avere fiducia sempre e non soltanto quando riporta i nerazzurri nei quarti di Champions League dopo dodici anni o pareggia in casa della Juve nella semifinale d'andata di Coppa Italia, gettando buone basi per quella di ritorno. Perché allo Stadium, è il caso di sottolinearlo, l'Inter ha rialzato la testa. Intendiamoci, allo stesso modo degli avversari, la prestazione dei nerazzurri non è stata da manuale del calcio. Tuttavia, il pareggio di Torino pesa quanto una vittoria, stanti le premesse critiche, il totoallenatore che impazza da mesi, alcune sibilline sortite mediatiche della società, Simone da settimane sulla graticola dove resiste con ammirevole stoicismo.
Come se fosse colpa sua se, contro la Fiorentina, la squadra ha sprecato palle gol a ripetizione. Nessuno misconosce che anche l'allenatore ha commesso alcuni errori, poiché soltanto chi non fa non sbaglia e dieci sconfitte in campionato nell'arco di ventotto giornate pesano, eccome. Epperò, come dice Marotta, alla fine contano solo e soltanto i risultati. In un anno e mezzo, Inzaghi ha vinto una Coppa Italia, due Supercoppe di Lega, è nei quarti di Champions, gode almeno cinquanta probabilità su cento di entrare in finale di Coppa Italia è in piena corsa per qualificarsi alla prossima Champions League.
E tutto questo nello stratosferico anno del Napoli, iscritto a un campionato a parte. Ergo, cara Inter, Simone va sostenuto sempre, senza se e senza ma. I conti si faranno alla fine. E non riguarderanno soltanto Inzaghi.