Olimpiadi Parigi 2024, annunciato boicottaggio: tifosi sotto choc. La guerra tra Russia e Ucraina condiziona pesantemente le competizioni sportive
La guerra tra Russia e Ucraina, che infuria purtroppo da oltre un anno e che sembra destinata a durare ancora a lungo, con tutto ciò che ne consegue, sta facendo sentire i suoi effetti nefasti su tutte le attività della vita sociale, sport compreso. Al centro di accese e drammatiche polemiche i prossimi giochi olimpici in programma a Parigi nell’estate del 2024. Le Olimpiadi, che da sempre rappresentano e simboleggiano la fratellanza tra i popoli, sono in questo momento storico un ulteriore terreno di scontro tra russi e ucraini. La domanda in questi casi è sempre la stessa: il mondo dello sport deve tenere conto dei conflitti in atto tra paesi o può viceversa servire a riavvicinare popoli in guerra tra loro?
Il Comitato Olimpico Internazionale (il CIO), forse proprio nel tentativo di riunire sotto la bandiera dello sport ucraini e russi, qualche giorno fa ha annunciato il ritorno alle competizioni internazionali di atleti con passaporto russo e bielorusso a livello individuale a condizione che non sostengano l’invasione in Ucraina o siano affiliati all’esercito. Una decisione che com’era prevedibile, ha scatenato la rabbia del governo ucraino.
Il quale ha annunciato ufficialmente il boicottaggio in tutte le gare di qualificazione per le Olimpiadi di Parigi 2024 nelle quali saranno presenti atleti russi. A darne comunicazione è stato Oleh Nemchinov, segretario di gabinetto dei ministri ucraini e membro del Comitato Olimpico Nazionale ucraino. Una durissima presa di posizione da cui le istituzioni ucraine non intendono recedere.
Olimpiadi Parigi 2024, torna il fantasma del boicottaggio: l’esempio di Wimbledon
Torna a materializzarsi lo spettro del boicottaggio come ai tempi della ‘Guerra Fredda‘ tra est e ovest. Nel 1980 gli Stati Uniti non mandarono i propri atleti ai giochi di Mosca, un ‘favore‘ ricambiato dai russi quattro anni dopo in occasione dei giochi disputati a Los Angeles. Ma la frattura tra Russia e Ucraina nello sport non si limita a condizionare i prossimi giochi olimpici. Anche nel tennis l’astio tra i due popoli si fa sentire eccome come dimostrano le aspre polemiche legate al prossimo torneo di Wimbledon.
Gli organizzatori del più prestigioso torneo del mondo hanno infatti deciso di riaprire ai tennisti russi e bielorussi. Una decisione duramente contestata dall’atleta ucraina Marta Kostyuk, che a nome delle sue compagne ha attaccato sia gli organizzatori del torneo che la ATP e la WTA, accusando le due associazioni di voler discriminare gli atleti ucraini.