Il solito odiatore seriale della Juve che sverna in un altro Paese europeo , per pagare meno tasse rispetto all’Italia, chiede l’elemosina ai suoi fans per continuare a scrivere quelle verità che altri non cercano. Avessi detto! Una panzana dietro l’altra. Un giornale preannuncia altri 40 punti di penalizzazione alla Juve mentre un altro, più cauto, parla di “uno o più punti” ma prevede, al massimo, una maxi ammenda per quei contratti spalmati su due stagioni. A patto di confermare i meno 15 sulle plusvalenze. Un vero mercato del pesce. Non c’è tregua su nulla, nemmeno sulle immancabili veline legate alla “questione partnership” per produrre un’altra ondata di inquietudine e di indignazione. Con la Juve non ci si annoia mai. Il ventilatore è sempre acceso: ognuno ha le sue verità, le sue fonti, le sue previsioni. E mentre il Ministro dello Sport, Abodi, sussurra: “Qui di soggetti che abbiano titolo per scagliare la prima pietra ce ne sono pochissimi", sul fronte Uefa si cerca un dialogo con la “nuova” Juve a patto che abiuri il progetto Superlega. È tutto un braccio di ferro con i potenti a mostrare i muscoli, i moralisti illusi di condurre battaglie per un mondo più giusto e i tifosi, nel mezzo, a prendere botte senza capirci nulla. Discorsi in libertà su qualsiasi argomento. Come non prendere in serissima considerazione le parole di un De Laurentiis scandalizzato per i troppi confronti fra italiane in Europa? Chissenefrega se avremo di sicuro una squadra in semifinale di Champions. Meglio affrontare subito un City o un Bayern ed essere eliminati prima. Pure su Marte stanno ancora riflettendo. Intanto si fa fatica a riconoscere un Sarri nascosto dietro una bottiglia dorata e una scarpa da calcio che qualche creativo della pubblicità gli ha messo davanti alla faccia.
Tanto basta la voce, vero? “Le nazionali sono una follia” tuona il tecnico laziale, ma pure una pubblicità così invasiva non è da meno. Sembra proprio il limite dell’orticello che difende l’allenatore. Magari se riuscissimo a curare meglio gli interessi generali e un po’ meno quelli personali sarebbe un bene per tutti. Nella prima categoria rientrano anche gli stadi da (ri)fare in Italia. In questi giorni ne abbiamo viste di tutti i colori. Il “povero” Commisso, presidente della Fiorentina, vuole spendere (pure tanto) per l’impianto (anche nuovo), ma non glielo permettono. La soluzione alternativa? Distrarre risorse al Pnrr con l’Europa che ora vuole chiarimenti e potrebbe bocciare tutto. Complimenti! Vicenda davvero incredibile e paradossale. A Milano, invece, il sindaco Sala mette le mani avanti sul rischio burocrazia (due o tre anni solo per superare le pratiche relative a un nuovo progetto) dopo l’incontro con Cardinale, proprietario del Milan, che vorrebbe costruire a La Maura o altrove il nuovo stadio. Solo ostacoli e mancanza di volontà. Come si fa a programmare qualcosa in queste condizioni?
Intervenga Abodi o non ne usciremo più: siamo davvero all’ultimo stadio.
Paolo De Paola
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