La settimana del calcio internazionale è stata squarciata dalla notizia dell’avvicendamento di allenatori in casa Bayern Monaco, via Nagelsmann, dentro Tuchel. Un cambio di guida tecnica che ha sorpreso seppur più volte ventilato in questa stagione. L’addio dell’ex tecnico del Lipsia stupisce nei tempi, visto che il Bayern ha appena conquistato i quarti di finale di Champions e in Bundesliga si appresta a giocare il decisivo scontro diretto contro il Dortmund.
Non era un segreto, Julian Nagelsmann sognava un giorno di allenare il Bayern Monaco. La Baviera è casa sua, il Bayern è l’obiettivo di quasi tutti i giocatori e tecnici tedeschi, è il vertice del calcio teutonico, quasi come la Nazionale. Nell’inverno del 2021, la decisione di Hansi Flick di lasciare il Bayern per approdare in Nazionale aveva accelerato il percorso. Il Bayern rimane scoperto ed è il momento di puntare sull’enfant prodige tedesco: 25 milioni al Lipsia per liberare Nagelsmann. Il tecnico firma un contratto di 5 anni e sembra l’inizio di un’epopea. L’allenatore più giovane e moderno con la società più virtuosa del calcio tedesco, forse europeo.
In 21 mesi alla guida del Bayern Monaco, Julian Nagelsmann ha raccolto due trofei: la Bundesliga e la Supercoppa di Germania all’inizio di questa stagione. I risultati per quanto non da dominatori del calcio tedesco, come d’abitudine, sono stati sempre di altissimo livello. Il gioco moderno di Nagelsmann però è sembrato non attecchire totalmente. Le grandi dimostrazioni di superiorità tecnica con le moderne trame dell’ex Hoffenheim hanno spesso lasciato spazio a scialbe e troppo distratte prestazioni difensive.
E proprio dall’altalena nelle performance è partita la decisione dei vertici del Bayern. Il Bayern Monaco in questa stagione ha raggiunto i quarti di Champions League con percorso netto eguagliando i quarti di finale della scorsa stagione; è ancora dentro la Coppa di Germania, sempre all’altezza dei quarti di finale, migliorando il secondo turno della passata stagione; ma in campionato è soltanto secondo. Una situazione “grave” per chi arriva da 11 titoli di fila e non ha rivali dal punto di vista della struttura societaria.
Alla luce di queste situazioni il Bayern Monaco ha scelto di cambiare. In molti in Italia si sono stupiti della scelta della dirigenza bavarese. Una decisione che è sembrata ai più figlia di un’ansia dovuta al sorpasso del Borussia Dortmund nell’ultimo turno prima della pausa. Altri hanno anche ipotizzato la possibilità di dissapori del tecnico ex Lipsia con lo spogliatoio del Bayern, smentiti da Kimmich.
Oliver Kahn, CEO del Bayern, nella conferenza stampa di presentazione di Thomas Tuchel, ha spiegato il cambio. Nessuna disperazione, nessuna scelta dettata dalla situazione, solo valutazione. I dirigenti bavaresi nelle loro periodiche riunioni tecniche tenevano d’occhio la situazione della squadra, definita dallo stesso Kahn “discontinua”.
L’ultima riunione ha portato ad una lunga analisi, che Kahn fa risalire fino alla doppia gara di Champions League contro il Villarreal. La squadra non ha mai avuto veri e propri periodi di crisi, ma non ha mai messo in fila tante prestazioni positive seguite da altrettatnti risultati positivi. Il riesame dei 21 mesi di Nagelsmann alla guida dei bavaresi ha portato dunque all’esonero.
La scelta è ponderata in ogni suo aspetto. Dal punto di vista tecnico, i dirigenti bavaresi hanno esonerato Nagelsmann per sostituirlo con un allenatore con caratteristiche simili. L’impianto di gioco impostato per la stagione non cambierà, almeno non in modo radicale. Thomas Tuchel conosce ovviamente alla perfezione il calcio tedesco e quello europeo, avendo in bacheca una Champions League e avendo giocato anche un’altra finale. Inoltre, sa come prendere una squadra in corsa. E soprattutto ha una lunga esperienza in panchina che Nagelsmann ancora non può vantare.
In molti si chiedono: come può il Bayern Monaco mandare via un allenatore costato 25 di “cartellino” con ingaggio importante come Nagelsmann, sostituendolo con un allenatore con ingaggio da doppia cifra come Tuchel? Sembra uno spreco, ma a Bayern Monaco si può. La società naviga in acque tranquille, i bilanci sono perfetti: sponsorizzazioni e ricavi dai risultati coprono ampiamente le spese degli ingaggi della prima squadra. I bavaresi infatti rimangono sempre molto la soglia virtuoso del 70% nel rapporto ingaggi/fatturato (sotto il 50%). Una situazione che permette ai dirigenti di fare le scelte prettamente tecniche senza preoccuparsi squassare i bilanci.
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