Il rapporto tra Antonio Conte e il Tottenham non è mai stato rose e fiori ma nelle ultime settimane certamente si è deteriorato velocemente, fino al comunicato addio nel pomeriggio di ieri.
Visioni di gestione e di far calcio apparentemente diverse tra squadra, società e tecnico. Difficile o quasi impossibile trovare un punto d’incontro e la rottura era nell’aria già da settimane.
“Il calcio è passione. Ringrazio profondamente tutti gli Spurs che hanno apprezzato e condiviso la mia passione e il mio intenso modo di vivere il calcio come allenatore. Un pensiero speciale ai tifosi che mi hanno sempre dimostrato sostegno e apprezzamento, è stato indimenticabile sentirli cantare il mio nome. Si è concluso il nostro viaggio insieme, vi auguro il meglio per il futuro”. Con questa dedica Antonio Conte ufficializza l’addio attraverso i suoi canali social, nessun riferimento alla dirigenza o ai tesserati che per quello che trapela attraverso la stampa inglese verosimilmente hanno esultato.
Proprio il rapporto con la squadra infatti ha rappresentato il fulcro del problema nei giorni addietro.
L’apice della rottura tra le parti è stato palesemente in pubblico durante la conferenza stampa tenuta dal tecnico subito dopo il pareggio contro il Southampton in cui quest’ultimo ha senza mezzi termini accusato i giocatori di essere egoisti.
Il provvedimento da parte della società non si è fatto attendere, ma certamente il comportamento di Conte era già preventivamente stato ponderato. La volontà del tecnico verosimilmente era quella di rimanere fino alla scadenza del contratto prevista per fine giugno.
Insomma con tre mesi d’anticipo si è messa la parola fine all’avventura di Conte a Londra. Si sapeva già che sarebbe stata solo una questione di tempo perché era ormai risaputo che non esisteva uno spiraglio che desse luce al possibile rinnovo in estate.
Gli ultimi episodi, però, hanno indubbiamente fatto cambiare le carte in tavola su entrambi i fronti. La risoluzione del contratto è stata l’opzione che ha messo d’accordo entrambe le parti.
Futuro? Forse ancora troppo presto per parlare del post Spurs, ma il nome di Conte fa gola a diverse panchine nel mondo. Poi se il cerchio si restringe all’Europa la percentuale cresce e se si punta la lente d’ingrandimento sullo stivale l’aria di vecchi amori potrebbe illudere i nostalgici a tinte bianconere o nerazzurre.
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