Rievoca ancora tanta amarezza mista a rabbia il solo ricordo della sfida tra Italia e Macedonia del Nord andata in scena esattamente un anno fa come oggi, dove il protagonista è stato Aleksandar Trajkovski. Una pagina nera per la Nazionale di Roberto Mancini che reduce dalla notte magica di Wembley ha invece capovolto tutto in una sola partita fallendo la qualificazione ai mondiali in Qatar.
Contro ogni pronostico i campioni d’Europa in carica escono sconfitti dal rettangolo verde e cestinano la possibilità di partecipare al mondiale in Qatar. A punirli, al 92’, è stato l’attaccante macedone che l’Italia la conosce bene.
Si, difficile da credere ma l’Italia la ama e ci ha vissuto per oltre quattro lunghi anni. Il trequartista classe 1992, dopo aver iniziato la sua carriera in Macedonia si forma in Belgio, si distingue e viene notato. Approda al Palermo nel 2015 e qui, come lui stesso ha dichiarato, qui passa gli anni più belli della sua carriera. “Ricordo che quando mi hanno comunicato che sarei andato al Palermo ero felicissimo, avevo 22 anni e giocare in Serie A è stata una grandissima esperienza. Sono stati quattro anni speciali e ricchi di emozioni. Ho vissuto un po’ di tutto dalla Serie A al fallimento, ma credo che a Palermo ho trascorso i momenti più belli della mia carriera. Ricordo bene la tifoseria pazzesca che c’è li, ad oggi mi viene solo da fare i complimenti, perché non hanno mai abbandonato la squadra. Se ci fosse la possibilità tornerei in Italia subito”.
Palermo ha lasciato un segno indelebile sul cuore di Trajkovski e il destino l’ha premiato. Chi l’avrebbe mai detto che anni dopo la sua ultima apparizione con la maglia rosanera sarebbe tornato al Barbera indossando quella della sua nazionale? “Io non me lo sarei mai aspettato -ha dichiarato il macedone – tornare a giocare nello stadio che è stato un po’ come casa mia. E’ stato emozionante perché mi sono tornate in mente le immagini del passato. L’ho preso come un segno del destino, prima della partita parlavo con amici e gli dicevo che era un segnale, giocare contro l’Italia nel mio stadio…e poi il finale ha reso tutto ancora più bello”.
Con Aleksandar riviviamo un po’ quella sfida, quanta Italia… sempre offensiva ma poco cinica e mai arrivata al gol, la Macedonia determinata a far bene ha avuto la meglio e Trajkovski ci svela qualche retroscena: “Sono onesto, noi sapevamo bene contro chi giocavamo, ed eravamo consapevoli che l’Italia fosse forte. Ha avuto più occasioni è vero, noi avevamo una buona tattica per fare il risultato e il segreto è stato credere fino alla fine che poteva arrivare il momento giusto e vincere la partita, questo è quello che poi successo. Quel gol al 92’ è stato perfetto per noi, per me”.
Proprio su quel gol, determinante, si sofferma e accennando un sorriso dichiara: “È stato un gol difficile da fuori area, almeno 25 metri di distanza secondo me c’erano e poi con Donnarumma in porta non è mica semplice”.
Il declino degli azzurri era già iniziato e in quel match non erano certamente in forma sbagliante, ma pur sempre i campioni europei in carica e per il macedone l’impresa è stata storica: “A distanza di un anno ricordo bene le tante emozioni provate e i mille pensieri che mi sono passati in testa, poi non posso scordare la quantità di messaggi e di complimenti che mi sono arrivati, insomma tante cose positive. Per noi, per la squadra e per la nazione è stata una grande cosa che non succede ogni anno”.
È vero, non accade spesso, ma ancora una volta il caso si diverte a giocare con Italia e Macedonia del Nord, le due nazionali sono infatti capitate nuovamente insieme nel girone C delle qualificazioni di Euro2024 e Trajkovski adesso sogna nuovamente il successo. “Queste cose non succedono sempre, ma crederci è importante. Contro l’Italia avevo segnato anche a Torino nel 2017 sempre per le qualificazioni ai mondiali, ma finì 1-1. Poi quasi cinque anni dopo abbiamo vinto fuori casa e abbiamo scritto la storia nel nostro paese, quindi ribadisco io ci credo”.
Attualmente Aleksandar Trajkovski è in forza al Al-Fayha, club che milita nel massimo campionato saudita. Ci racconta come questa competizione abbia cambiato volto dopo l’arrivo di Cristiano Ronaldo: “Mi trovo benissimo qui. La mentalità chiaramente è un po’ diversa, così come il calcio. È un campionato molto competitivo, con l’arrivo di Ronaldo sono cambiate davvero tante cose, adesso le squadre corrono di più e c’è più gioco. Penso che in estate verranno altri giocatori top. Prima di arrivare in Arabia Saudita non avevo mai visto una partita di questa competizione. Quando sono arrivato ho capito subito che si gioca davvero un bel calcio. La partita tra Al-Fayha e Al-Nassr si giocherà il 9 aprile e avremo l’opportunità di incontrare Ronaldo, spero solo di vincere per riscattare la partita persa contro il Portogallo l’anno scorso”.
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