Calcio

Nazionale, tra lamenti e convocazioni: le scelte di Mancini non hanno logica

L’avvicinamento alla pausa per le gare della Nazionale ha accompagnato le ultime settimane del campionato, con tante discussioni accese sulle scelte del CT Roberto Mancini. Le indiscrezioni hanno anticipato a mezzo stampa l’intenzione del cittì di convocare l’oriundo Mateo Retegui. La convocazione di un oriundo ha portato con sé le solite polemiche, tuttavia, la scelta del CT a conti fatti non è sembrata del tutto sbagliata. Le domande, i dubbi che invece andrebbero posti a Mancini riguardano invece parte delle altre 29 chiamate, poi commentate nella prima conferenza stampa a Coverciano.

MANCINI SI LAMENTA DEI CLUB

La conferenza stampa che ha aperto la dieci giorni di permanenza nel Centro Sportivo Federale si è trasformata in una lunga lista di lamentele di Mancini. Il tecnico, come spesso accade, ha criticato i club per le poche occasioni concesse ai giocatori italiani.

IL CASO GNONTO

L’esempio, secondo Mancini, è quello di Wilfried Gnonto. L’esterno di scuola Inter, ormai parte integrante del gruppo azzurro, gioca da inizio stagione in Premier League, dopo un biennio molto formativo in Svizzera. Il CT, parlando del giocatore di Verbania, ha attaccato i club: “Perché Gnonto non gioca in Italia? Poteva giocare alla Fiorentina, alla Samp. Ha qualità, è titolare in Premier“. Difficile dare torto a Mancini, tuttavia l’affermazione del tecnico va contestualizzata.

Se è vero che Gnonto ha deciso di emigrare in Svizzera, è altrettanto vero che la sua scelta ha inevitabilmente creato delle situazioni difficili da affrontare per un club nostrano. Lo Zurigo, proprietario del cartellino, nonostante due stagioni non eccezionali nel campionato elvetico ha sparato alto per il cartellino. Un investimento che molti club italiani non avrebbero potuto fare per una totale scommessa. Il secondo punto è chiedersi se abbia ancora senso lamentarsi di avere i giocatori all’estero. Tante, tantissime Nazionali vivono di soli giocatori che giocano in campionati esteri e i loro selezionatori non si lamentano. A maggior ragione non ha senso se questi sono titolare in Premier League!

NAZIONALE, LE SCELTE DI MANCINI NON HANNO LOGICA

Difficile trovare una logica nelle scelte di Mancini. Il CT si lamenta che gli italiani non giocano e poi insiste su certe chiamate inspiegabili. In difesa, oltre Buongiorno, nessuna vera novità nonostante il nostro campionato stia dando risposte interessanti. Mancini insiste su Bonucci, che però non è più titolare nemmeno alla Juventus dove si gioca a tre dietro con centrali adattati. Richiama Romagnoli e Darmian, ma lascia da parte Casale. Chiama Spinazzola e Dimarco, scelte giuste pur lasciando all’under 21 Udogie e Parisi, talenti potenzialmente superiori ai convocati. Nel momento in cui però c’è da sostituire l’interista, Mancini convoca in Nazionale nuovamente Emerson Palmieri. Eppure, Carnesecchi è stato promosso dall’under 21 al posto di Provedel. Non è una gestione credibile quella che accusa e poi ignora le indicazioni del campionato.

Medesime incongruenze a centrocampo e in attacco. Il CT chiama Pessina, nonostante una stagione normalissima, ma poi lascia Fagioli in under 21. Insiste su Tonali e Cristante, titolari dei rispettivi club ma poco performanti in stagione, ignorando volutamente Locatelli. In avanti convoca Pafundi, talento certamente indiscutibile ma ancora acerbo e mai utilizzato da Sottil, mentre per gli altri giovani, come Fagioli e Miretti, si nasconde dietro le presunte necessità di Nicolato verso l’Europeo under 21.

Lascia a casa Zaniolo perché rientrante da un problema fisico, ma convoca Chiesa alle prese con una tendinite. Non convoca senza motivi particolari Zaccagni, miglior esterno offensivo del campionato, e non sembra prendere in considerazione Orsolini secondo solo al laziale in questo momento.

MANCINI È ANCORA L’UOMO GIUSTO PER LA NAZIONALE?

La domanda se la sono fatti in molti, d’altronde tutti a un certo punto pensiamo di essere i CT. La Nazionale e Mancini alla sua guida hanno fallito la qualificazione al Mondiale, obiettivo primario, forse più della vittoria dell’Europeo. In quel momento, Mancini avrebbe dovuto dimettersi? Probabilmente sì, a maggior ragione alla luce della sua attuale gestione. Il CT si trincera dietro le lamentale, ma poi, come abbiamo visto, è incoerente nelle scelte che fa. Aveva sempre affermato che avrebbe sempre convocato chi gioca e chi merita con le prestazioni e non sta tenendo fede a quanto detto. Mancini vuole realmente allenare ancora la Nazionale Italiana e, soprattutto, è ancora l’uomo giusto? La risposta è evidente nelle fiume di parole già scritto…

 

Stefano Francesco Utzeri

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