Il mondo ha gli occhi puntati su di lui, ma chiunque stenta a crederci, Erling Haaland incanta e ipnotizza, sarà umano? Ce lo si chiede davvero dopo quanto visto ieri sera sul verde dell’Ethiad Stadium. Il norvegese rifila 5 gol al Lipsia in soli 57 minuti, che in combinata con le reti di Gundogan e De Bruyne, trascinano il Manchester City ai quarti di finale di Champions League annientando i tedeschi con un netto 7-0, Haaland fa paura.
Ventidue anni e ha già scritto una pagina di storia del calcio. Haaland è il terzo giocatore ad aver segnato cinque gol in una partita di Champions, prima di lui solo Messi e Luiz Adriano.
Il più giovane ad aver superato quota 30 reti nella competizione europea, fino a ieri sera il primato apparteneva a Mbappé che ha raggiunto i 30 gol in Champions a 22 anni e 352 giorni.
Haaland eguaglia e poi batte il record aggiungendo tre reti di scarto a soli 22 anni e 236 giorni.
Insomma, tutto in regola per essere definito un semidio. E come si ferma Haaland? Non sembra conoscere freni, dopo il quinto gol continua a spingere a ritmi elevatissimi, cerca ancora lo specchio della porta, poi Pep Guardiola lo richiama in panchina. Si abbracciano e l’immagine diventa emblematica in una notte che rimarrà nella storia per il City, per la carriera del norvegese e del tecnico a cui regala la più grande vittoria in Champions. Esce dal campo circa mezz’ora prima del triplice fischio e nel post partita ai microfoni di SkySport Guardiola spiega bene le motivazioni accennando un sorriso e facendo riferimento al record di Messi: “Ricordavo del suo record, ma è incredibile che Erling l’abbia fatto in 60 minuti. È ancora giovane, quindi ha una motivazione in più per superarlo: se lo batte ora poi non ne ha più. Entrambi hanno una mentalità strepitosa, in questi casi non c’è bisogno che l’allenatore dica loro niente. Quello per cui siamo tutti felici è il tipo di ragazzo che abbiamo trovato. Non lo conoscevamo, ma Haaland è una persona eccezionale. Solare, sempre scherzoso con tutti, e poi ha una mentalità seria, quando c’è lavorare lo fa. E ha fatto sempre gol dappertutto, ha mentalità e talento. A livello di statistiche e numeri nessuno può competere”.
Impossibile controbattere, i numeri di Haaland sono da brividi. Il norvegese classe 2000 è cresciuto nel settore giovanile del Bryne, in Norvegia. Nel 2016 esordisce tra i professionisti in seconda serie per poi passare l’anno successivo al Molde. Da li una scalata verso il successo straordinariamente repentina. Nel biennio 2018-2020 con la maglia del Salisburgo mette a segno 29 reti in 27 partite. In Bundesliga lascia il segno, al Borussia Dortmund trova la porta 86 volte in 89 presenze in campo. Infine, arrivato al City l’estate scorsa ha già firmato 39 reti in 36 partite. Tra i professionisti conta quindi 202 presenze e 174 gol. Superfluo sottolineare che ci sono tutti i presupposti per poter dire… il meglio deve ancora venire.
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