Non c'è 2 senza 3: dopo Milan ed Inter, l'Italia calcistica aspetta il risultato del Napoli – impegnato questa sera contro l'Eintrach – per sapere se può celebrare il ritorno di ben 3 club fra le migliori 8 di Champions. Senza considerare le altre italiane, impegnate in Europa League e Conceference League.
Gli Azzurri partono da un vantaggio non da poco, visto lo 0 a 2 maturato in Germania e sempre più persone indicano la squadra di Spalletti come la vera outsider di questa edizione. Fra di essi c'è anche l'ex portiere partenopeo Mariano Andujar, oggi in forza all'Estudiantes de la Plata. Nonostante la carta d'identità dica che abbia 39 anni infatti, Mariano non ha molta voglia di smettere, per il momento, come ammette lui stesso nel corso dell'intervista esclusiva rilasciata a SPORTITALIA: "Ho ancora tanta voglia e non è che stia pensando ad altro. Ma ho fatto il patentino da allenatore, un paio di corsi per la direzione sportiva e di inglese. Per tenere la testa impegnata, sai. Fino a fine anno ho il contratto, poi vedremo".
Tornerai in Serie A da allenatore?
"Magari: tutti vogliamo arrivare ai massimi livelli. Andare ad allenare in Italia in futuro sarebbe fantastico. Ma per arrivare lì c'è tanta strada da fare".
Tu hai vissuto la città di Napoli: come immagini possa festeggiare uno Scudetto?
"Credo che nessuno possa immaginarlo. Mi piacerebbe davvero assistere ad eventuali festeggiamenti. Ricordo quando vincemmo la Supercoppa: la gente fece una festa bellissima, coinvolgente. Ma con lo Scudetto…".
Ed in Champions, può davvero sognare?
"L'unico problema della Champions è il Real Madrid… È sempre lì. Ma penso che il Napoli non abbia paura di nessuno. Se la gioca, in tutti i campi. Ha gioco, carattere, tutto. Avere un vantaggio così importante in Serie A è il top, per gestire al meglio tutto ora. Ma facciamo un passo alla volta".
A Napoli senti ancora qualcuno?
"Ora come ora sento Daniele – lo speaker – ed ho tanti amici in città. Sono felice per il Napoli, sta facendo benissimo, sta tenendo il campionato in mano. Così come sono contento per il Catania, una città che mi è rimasta nel cuore".
A proposito di Champions, il tuo amico Messi ha dovuto lasciarla anzitempo. Al Psg qualcosa non ha funzionato nella gestione del gruppo?
"La Champions è difficile, può essere che peschi il Bayern agli ottavi. Purtroppo non sono andati avanti, ma Messi, Mbappé e Neymar rimangono i migliori. Parliamo di una Coppa crudele: quel punticino che è mancato nel girone ha fatto sì che affrontassero il Bayern. Se il PSG terrà tutti i campioni, prima o poi sarà protagonista".
A Leo consiglieresti il ritorno al Newell's, dopo quanto successo a Rosario?
"Purtroppo qui in Argentina non so se siamo preparati, attrezzati per ricevere Leo in ogni campo. L'unico consiglio che posso dargli è di andare dove possa essere felice, che sia rimanendo a Parigi, tornando in Argentina o andando da altre parti. Se si diverte lui, ci divertiamo anche noi".
A proposito di argentini ancora decisivi: per Di Maria l'età non sembra contare.
"L'età utile per un calciatore si è allungata, ora è normale vedere giocatori di 36 anni ad alti livelli. Il mio amico Fideo per me è il più grande argentino della storia dopo Maradona e Messi. Ma con grande distacco, anche. Per quello che ha fatto, vinto, per dove ha giocato, per il livello mostrato. È un top player, non avevo dubbi che avrebbe fatto benissimo anche alla Juve".
Dover provare a fermare i suoi tiri in allenamento, era complicato?
"Beh, gli allenamenti… Pensa a come doveva essere per noi fare delle partitelle con lui, Messi, Aguero, Higuain. Finivano 50 a 50 (ride, n.d.r.). Era tutta una sfida, se non la mettevano nel sette non erano nemmeno contenti. Demoralizzante per noi, ci potevamo solo ridere su".
Un altro argentino che avanza in Europa è Lautaro, capitano designato dell'Inter. Che ne pensi di lui?
"Lautaro ha già dimostrato, fin da subito al Racing, quello che vale e quanta personalità ha. Infatti mi aspettavo che venisse chiamato a giocare il Mondiale in Russia nel 2018. Ogni anno cresce, il Pupi gli può insegnare ad essere un grande capitano. Se apprende da lui anche solo l'1%…".
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