Che storia il Sora! Da scriverne un libro. Partendo dalla prima giornata, seppur negativa e, raggiungendo vette mai esplorate prima. Dalla trasferta di Itri a quella di Gaeta sono passati 182 lunghissimi giorni: 24 vittorie, 80 gol fatti e 14 subiti. E' la favola di un paese Laziale di 25mila abitanti, che in passato ha respirato il Professionismo, con a capo della piramide un lungimirante presidente Giovanni Palma e un condottiero che risponde al nome di Alessio Ciardi. In esclusiva su SPORTITALIA.COM il numero uno del sodalizio in provincia di Frosinone e l'allenatore della formazione bianconera.
Di seguito le dichiarazioni del Presidente Giovanni Palma.
A distanza di qualche giorno, le emozioni di questa cavalcata incredibile.
"Abbiamo raggiunto questo record di 24 vittorie consecutive che ci rende molto orgogliosi. La squadra ci teneva, aver coronato sul campo la vittoria matematica dello Scudetto, con un record a cui i ragazzi erano molto legati ci ha reso molto felici. E' stato bello vedere come la città e la tifoseria hanno accolto questa vittoria, ci ha sorpreso molto la festa ricevuto al rientro in città. Sono cose di altre categorie, abbiamo ristabilito una meritocrazia che ci sfuggiva da un paio di anni, in quanto avevamo fatto un paio di secondi posti ed era giusto a distanza di un lavoro di 4 anni portarci a casa questo risultato".
Definito il Presidente dei Record: un giudizio complessivo della sua gestione in questi 4 anni.
"I tre anni precedenti sono stati rovinati dal Covid. La presenza di restrizioni, ad una piazza come Sora, l'ha fortemente penalizzata. La mancanza e la vicinanza dei tifosi si è fatta sentire. Mi dò una sufficienza, in quanto la promozione poteva arrivare prima: è arrivata adesso e ce la godiamo, frutto di una cavalcata che abbia condiviso con i tifosi. Nei 4 anni abbiamo imparato dagli errori precedenti, abbiamo conosciuto meglio la categoria e i giocatori: da quel punto di vista è stato un modo per migliorare per l'anno successivo".
Vincere di fronte a 600 tifosi: difficilmente si vede quella presenza in queste categorie…
"Il tifo così caloroso è fondamentale per il Sora: sono un elemento cardine per aver portato avanti questo progetto. Effettivamente si parla 600 persone, ma in realtà a Gaeta eravamo 750-800: 600 i tifosi organizzati, c'era la parte della tribuna dove stavamo noi con le Autorità e il Sindaco, e anch'essa era gremita. Sono numeri che non appartengono all'Eccellenza e si fanno fatica a vedere in Serie D. L'anno scorso, dopo la sconfitta ai rigori ai play-off senza perdere una partita, avevo promesso che laddove si sarebbe iniziato un nuovo campionato di Eccellenza avrei evitato ai tifosi che stavano piangendo in quel momento ulteriori delusioni. Ci siamo tolti tutte le soddisfazioni, già da dicembre eravamo proiettati alla Categoria superiore".
Il futuro. La Serie D: obiettivi, sia da un punto di vista di idee, che di strutture!
"Il futuro passa per il miglioramento delle strutture. Da quando sono presidente abbiamo avuto difficoltà con i campi da gioco, abbiamo necessità che il Comune ci metta a disposizione la seconda struttura cittadina. Poi implementare il settore giovanile, con un progetto a lungo termine, serio e duraturo. Contiamo con il Sindaco e l'Amministrazione di migliorare il manto del campo attuale, in condizioni non proprio ottimali. Io non mi tirerò indietro nel portare avanti il progetto con la stessa passione di ora. Chiedo alla città di poter essere convinti di stare all'interno di un progetto duraturo perchè ci sono le strutture per far si che si faccia un grosso Settore Giovanile. Non scordiamoci che il Sora in passato viene da 13 anni di professionismo, tra C2 e C1: è una piazza che vive di calcio ed è affamata. Bisognava solo riaccendere il fuoco che stava sotto la cenere. Non dobbiamo disperdere l'entusiasmo che si è creato".
Di seguito le parole dell'allenatore Alessio Ciardi:
L'obiettivo è sempre stato la Serie D: cosa è scattato dopo la sconfitta contro l'Itri alla prima giornata?
"Sapevamo di aver allestito una squadra per primeggiare in questo girone. Nessuno si aspettava un percorso del genere. Le difficoltà dell'inizio sono state nell'amalgama della squadra in quanto abbiamo cambiato tanto rispetto allo scorso anno. Ad Itri il 4 settembre era una squadra in cantiere, dovevamo diventare squadra. Con il passare delle giornate siamo diventati una corazzata che è sotto gli occhi di tutti, grazie ad un magnifico gruppo".
Cosa è cambiato rispetto allo scorso anno: quali sono i segreti di questa squadra?
"Noi dopo il secondo posto dello scorso anno ci siamo incontrati con il Presidente e avevamo solo un obiettivo: vincere il campionato. Abbiamo allestito questa squadra scegliendo gli uomini e poi i calciatori che avevano abitudini a vincere questo campionato. Già ad agosto sapevamo di aver costruito una squadra forte per il campionato di Eccellenza. Nessuno si aspettava questo percorso straordinario: vincere un campionato così netto con 9 giornate di anticipo…".
La partita della svolta: quella che vi ha fatto rendere conto che avreste potuto vincere il campionato?
"Abbiamo costruito con il Presidente questa corazzata insieme: venivamo da 4 anni di esperienza di questo campionato. Non potevamo sbagliare e volevamo fortemente la categoria superiore con un lavoro certosino che parte da lontano, da fine maggio dello scorso anno. La svolta? In casa con il Gaeta, l'ottava giornata. Venivamo da un percorso simile, abbiamo perso entrambe la prima giornata e abbiamo fatto 6 vittorie consecutive. Ci siamo ritrovati a fare questo big match in casa con gli stessi punti: c'è stato un 4-0 netto, dominato in lungo e in largo. E' stata quella la partita che ha dimostrato che questa squadra era superiore a tutti quest'anno".
Ora viene il bello: passare da una realtà radicata, come l'Eccellenza regionale, ad una Nazionale. Il Sora può sognare in grande anche in Serie D?
"Una realtà completamente diversa. Il Presidente è ambizioso e non vorrà fare un campionato anomalo in D. Faremo un campionato di osservazione per renderci conto di quello che sarà e che è questa categoria per poi provare negli anni a tornare nei Professionisti. Questo è l'intento! Non bisogna fare il passo più lungo della gamba. Importante sarà anche riorganizzare il Settore Giovanile: ci dobbiamo strutturare meglio anche per il prossimo campionato".