Un inizio traumatico. Non si può definire in altro modo il GP del Bahrain della Ferrari. Nel primo appuntamento del Mondiale 2023, la Rossa ha lasciato tutti di stucco con una prestazione davvero deludente. Sainz 4°, dietro le RedBull e Fernando Alonso sulla modesta Aston Martin, e Charles Leclerc ritiratosi al 41° per l’ennesimo problema di affidabilità, mentre era terzo dopo 40 giri in cui era parso chiarissimo che non vi era alcuna possibilità di vincere, non con le RedBull in pista.
È presto per trarre conclusioni, ma se il buongiorno si vede dal mattino… I tifosi stanno nuovamente vivendo un incubo. La Scuderia di Maranello è senz’altro tra le più ricche del circus e ha le maggiori possibilità di sviluppo per una macchina da titolo. Ma non riesce a farlo. Ogni anno un motivo diverso: le strategie, la mancanza di sviluppi durante la stagione, i problemi dei piloti. Insomma, in Ferrari sembrano non saper affrontare un Mondiale in totale tranquillità. E questi 15 anni trascorsi dall’ultimo titolo piloti sono certamente frustranti per il Cavallino Rampante, ma anche per i tifosi.
In confronto alla Ferrari, la RedBull sembra volare. Il DrinkTeam ha messo a punto una versione ancora migliore della monoposto che la scorsa stagione ha stravinto il Mondiale. Una vettura che era partita in svantaggio, ma grazie al lavoro nella sede di Milton Keynes fu in grado di migliorarsi e diventare più veloce della Ferrari. A sua volta la monoposto della Ferrari fu addirittura costretta a “rallentare” dopo la pausa estiva. Aveva frenato la Rossa nel tentativo di arrivare in fondo alla stagione senza ulteriori problemi affidabilità. Intanto, a Maranello si era cominciato a lavorare proprio sul tentativo di riproporre la velocità di inizio stagione e dare alla macchina un motore affidabile sulla distanza del GP.
L’impressione, oggi, è che il nuovo progetto, l’ultimo a firma Mattia Binotto, sia una esasperazione dei tratti tecnici della F1-75. Una soluzione che potrebbe aver tolto stabilità alla macchina disequilibrando l’intero progetto. Ecco che la SF-23 ieri è parsa una “bella ma scorbutica“, in confronto ad una RedBull solidissima, che in certi momenti della gara ha girato anche un secondo più veloce della Rossa. Inevitabile che il pensiero di tutti coloro che seguono da tanto il tempo il circus della F1 corra immediatamente al direttore tecnico di casa RedBull, quell’Adrian Newey, ingegnere da 11 titoli mondiali a lungo voluto dalla Ferrari stessa ma mai raggiunto.
Non fa un passo indietro rispetto alle sue posizioni, il nuovo Team Principal della Ferrari, Frederic Vasseur. L’ingegnere transalpino sa bene che quello che è successo in Bahrain è gravissimo, ma sa altrettanto bene che la Scuderia ha la possibilità di ribaltare gli eventi se condotta nella giusta direzione. Ai microfoni Vasseur ha provato a spiegare che il problema ha sorpreso anche internamente: “Questo problema è venuto fuori dal nulla, non era mai emerso anche a 7000 km“. Un modo per difendere il progetto che però è evidentemente indietro rispetto a quello RedBull. Il secondo che separa la Rossa dal DrinkTeam è tutto nella stabilità della monoposto e l’usura delle gomme. Per lunghi tratti di gara, a Sainz e Leclerc è stato chiesto di gestire le gomme, aumentando inevitabilmente il gap.
Non solo analisi, ma anche la promessa di trovare delle soluzioni. Vasseur non si è risparmiato e ha annunciato che la Ferrari porterà degli aggiornamenti. Un tema caldo importante, su cui negli ultimi anni si è dibattuto. La Ferrari ha spesso rinunciato agli aggiornamenti. Ha subito la “rimonta” in termini tecnici degli avversari o ha abbandonato prima del dovuto le velleità di titolo concentrandosi invano sul progetto della stagione successiva. Ora, con l’obiettivo dichiarato del Mondiale da portare a casa, a Maranello hanno il dovere di sviluppare delle nuove soluzioni che portino la SF-23, perlomeno, al livello della RedBull per permettere a Leclerc di lottare alla pari col rivale Verstappen.
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