Auto elettriche, si blocca tutto: sospiro di sollievo per gli automobilisti. La decisione a sorpresa è destinata a stravolgere il mercato del settore
Quella della transizione ecologica, con l’addio definitivo alle macchine con motore endotermico e il passaggio all’elettrico, sarà la principale questione economico-politica di cui quasi tutti gli stati dovranno occuparsi da qui ai prossimi anni. Una vera e propria rivoluzione, destinata a produrre enormi conseguenze sull’economia mondiale. Nel frattempo, il mercato del settore dell’automotive attende novità rilevanti in merito a un cambiamento che molti sperano sia il più graduale possibile. Automobili a benzina o elettriche, questo è il dilemma per il futuro prossimo.
Nel frattempo l’industria automobilistica in Italia continua a crescere, come dimostrano i dati sulle immatricolazioni di febbraio (130.365, il 17,5% in più dello stesso mese del 2022). Ed è pronta a raccogliere la sfida delle emissioni zero, alla luce del fatto che tutti i principali attori del settore sono d’accordo. Le posizioni sono invece diverse in merito alla lunghezza e alla durata del percorso che servirà compiere per arrivare a tale obiettivo.
A preoccupare gli operatori del settore è soprattutto la fase di incertezza che lo stop dell’Europa alle auto diesel o a benzina dal 2035 rischia di creare. Italia, Polonia e Bulgaria con la sponda della Germania hanno manifestato la loro volontà di votare contro il nuovo regolamento dell’Unione Europea. Così, il comitato dei rappresentanti permanenti presso l’Ue (Coreper) ha deciso di rinviare di nuovo il voto a data da destinarsi.
Auto elettriche, tutto fermo: l’Italia è ottimista sul futuro del settore
Il presidente del Consiglio e capo del governo Giorgia Meloni ha definito lo stop al voto “un successo italiano” ribadendo come non sia sbagliato puntare alla neutralità, ma “deve essere lasciata la libertà agli Stati di percorrere la strada che reputano più efficace e sostenibile. Questo vuol dire non chiudere a priori il percorso verso tecnologie pulite diverse dall’elettrico. È questa la linea italiana che ha trovato largo consenso in Europa“.
Ciò che chiede l’Italia, quindi, è una maggiore chiarezza e trasparenza su come modulare la transazione verso i motori a batteria elettrica. Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy, ha così commentato: “L’Italia ha svegliato l’Europa e la decisione del rinvio su stop ad auto a benzina e diesel è un segnale importante. Mi auguro che ora ci sia una riflessione comune per una competitività sostenibile anche nel settore automotive“.
Tra le possibili conseguenze che lo stop dell’Ue ai motori a diesel e benzina dal 2035 potrebbe avere sul mercato dell’auto in Italia, a preoccupare in modo particolare è la dipendenza dal mercato asiatico. Secondo Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, le conseguenze della direttiva Ue potrebbero implicare “uno spiazzamento delle industrie europee a favore di quelle asiatiche. Saremmo diventati importatori netti lasciando un’Asia monopolista a decidere i prezzi”.
Infine secondo il capo di Federmeccanica è una questione di investimenti: “Ne sono stati fatti di enormi dalle grandi case automobilistiche – ha dichiarato -. Bisogna attrarre appunto queste risorse. Intercettando anche i grandi player asiatici, in particolare i potenziali costruttori delle utilitarie elettriche“.